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Via negativa, per Saturnia si torna al punto di partenza

Venerdì la giunta regionale discuterà la delibera, poi partirà il percorso per un nuovo progetto di bonifica o messa in sicurezza permanente. Giampedrone: "Se non lo presenterà la proprietà, la Regione agirà in danno".

La discarica di Saturnia

Punto e a capo. Le controdeduzioni di Acam Ambiente alle osservazioni tecniche negative giunte da Genova a fine gennaio per il progetto di messa in sicurezza permanente del sito di Saturnia non hanno convinto gli uffici tecnici della Regione che presenteranno alla giunta Toti una Valutazione di impatto ambientale negativa, come era trapelato nelle settimane scorse, alla vigilia del ballottaggio del 25 giugno.
Venerdì 14 luglio, come annunciato nei giorni scorsi dall’assessore all’Ambiente, Giacomo Giampedrone, la delibera sulla Via sarà discussa in giunta, e poiché, come sembra sicuro, si ritornerà alla situazione precedente al progetto presentato da Acam Ambiente.

“Se la Via sarà negativa – spiega Giampedrone a CDS – un minuto dopo l’approvazione della delibera avvieremo il percorso per il procedimento in danno a carico della proprietà, perché non possiamo lasciare una voragine che attende di essere sanata da decenni. Non mi accontento di dire che non si farà una discarica, vogliamo andare oltre come siamo riusciti a fare per altri siti, dove i privati, sollecitati dalla nostra azione, hanno presentato i progetti di messa in sicurezza permanente”.
Secondo alcuni esperti del settore per l’azione in danno si rende necessario l’esproprio dell’area, secondo altri questo non è indispensabile. Quel che tutti si augurano è che la proprietà del sito batta un colpo, anche per evitare che la Regione si trovi in un secondo momento a dover affrontare la difficoltà di riscuotere le risorse impiegate orientandosi in un dedalo di società. Ma per Giampedrone questo sarà un problema da affrontare più avanti.
“Alla città dobbiamo l’impegno per risolvere questa situazione. Non capisco perché non si sia fatto prima. Tuttavia mi concentro sul periodo 2015 – 2020, abbiamo già ottenuto i primi risultati, con i progetti presentati dai privati e grazie allo stanziamento di 2,7 milioni per affrontare questa tematica. Il processo è iniziato con grande fatica, passando da 0 a questa cifra, che non sarà sufficiente, ma sarà confermata nei prossimi esercizi. Dopo tutto la problematica è molto complessa: con il passaggio da Sin a Sir le cose sono, se possibile, peggiorate. Abbiamo anche rischiato una procedura di infrazione, per un’area che era sino a poco tempo prima di competenza del ministero dell’Ambiente. Ma adesso ciò che conta è che ci stiamo impegnando al massimo”.

Ora, bocciato per motivi inerenti la tenuta del terreno e la quantità di materiale da abbancare a Saturnia il progetto con il quale Acam Ambiente puntava alla messa in sicurezza permanente e all’ambientalizzazione della discarica, si apre la fase di attesa di un nuovo progetto che miri alla bonifica (improbabile, visto che prevederebbe la rimozione di 50mila metri cubi di ceneri e 8mila di rifiuti conferiti decenni fa), alla messa in sicurezza o alla semplice ambientalizzazione dell’area, che potrebbe passare anche per una soluzione minimale che vada poco oltre il mantenimento dello status quo.
Quel che è certo è che il buco ora si sposterà sulle previsioni di incasso di Acam, che avrebbe ricavato dal conferimento del Fos di Saliceti tra i 5 e i 7 milioni di euro in sette anni, utili per appianare il debito sottoposto a un rigido piano di rientro. Un problema che si ridimensionerebbe in caso di aggregazione con Iren (che a quel punto potrebbe chiedere uno “sconto” sul valore della multiutility spezzina), ma che, al contrario, sarebbe un boccone difficile da digerire nel caso di un percorso in solitaria, che potrebbe quindi prevedere una rinegoziazione del piano.

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