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The world is not enough

La mia paura di volare e la mia idea romantica del volo: Antoine de Saint Exupery e Jean Mermoz

Import 2017

La peggiore sventura che possa capitare a chi ama viaggiare e’ la paura di volare. Irrazionale e incontrollabile come tutte le paure, spesso mi ha costretta a cambiare programmi e ha rovinato alcuni viaggi. Ma come capita spesso per tutte le cose ignote c’e’ qualcosa che mi attrae fortemente verso i misteri del volo, una sensazione ben paragonabile al concetto di sublime espresso da Edmund Burke riferito a tutto cio’ che puo’ destare idea di pericolo ma che comunque ci attrae producendo la più forte emozione che il nostro animo sia capace di sentire. Il sublime e’ legato al terrore, e il terrore e’ tanto piu’ terribile se legato alla paura peggiore dell’uomo, quella della morte, e questo spiega alla perfezione il mio stato d’animo quando parlo di paura di volare.
Sara’ forse per questo motivo che ho sviluppato una grande curiosita’ verso alcune figure emblematiche della storia dell’aviazione, nessun eroe ma grandi personaggi dalle vite rocambolesche e ai miei occhi romanticamente avventurose.

Mi riferisco a due straordinari eroi dell’aria, due uomini profondamente diversi le cui vite e destini si sono incrociati e uniti indissolubilmente, ossia Antoine de Saint Exupery e Jean Mermoz. Entrambi piloti dell’Aeropostale,(la futura AirFrance),  linea aerea transatlantica consacrata al servizio  postale prima dalla Francia verso l’Africa attraverso la rotta Tolosa-Dakar, poi verso il Sud America, aprirono con sforzi sovrumani la via alle nuove rotte dell’aviazione civile e commerciale a bordo di piccoli velivoli pilotati esclusivamente con la forza delle braccia, esposti ad ogni intemperie e ad ogni tipo di pericolo, viaggiando di notte senza strumenti e senza radio ( da qui il “Volo di notte” di Saint Exupery). Il mite e piccolo Saint Exupery aveva come compagno il vulcanico e mastodontico Jean Mermoz,carismatico personaggio che combatteva i demoni personali con la cocaina e le pericolose missioni aeree. La straordinaria vita di Mermoz e’ raccontata nella bellissima biografia di Joseph Kessel “Mermoz”, Mursia Editore, e potete trovare testimonianza della grande passione per l’aviazione di entrambi nel bellissimo libro “Terra degli uomini” di Saint Exupery.
Noto ai piu’ quasi esclusivamente come l’autore de “Il piccolo principe”, pochi conoscono questo aspetto della vita di Saint Exupery e l’esistenza di “Terra degli uomini”, tuttavia credo che questo libro sia un vero tesoro, non un romanzo ma una raccolta di memorie autobiografiche, di riflessioni e appunti di viaggio radunati e riordinati durante la lunga convalescenza a seguito di un incidente aereo nel Sahara durante una trasvolata da Parigi a Saigon nel 1935. Al suo interno troviamo il cameratismo dei compagni non inteso come goliardia ma come sostegno necessario alle grandi imprese, la passione per l’aviazione non come brivido ma intesa come dovere e missione, la solitudine delle trasvolate, i pericoli, i numerosi atterraggi di emergenza nel Sahara ( piu’ volte lui e i suoi compagni furono costretti ad atterrare nel deserto, finendo prigionieri delle popolazioni nomadi e liberati solo dopo pagamento di riscatto), la presunta perdita dei compagni ( memorabili le pagine in cui l’aviatore Guillaumet, dato per disperso, riappare improvvisamente) o quelle tristemente reali ( i dieci minuti di silenzio radio presagio della morte di Mermoz, scomparso in Atlantico nel 1926 ad appena 34 anni). Leggete e fate vostro questo piccolo libro, lasciatevi trasportare in un’epoca che non c’e’ piu’, osservate il mondo dall’alto con gli occhi di Saint Exupery :” ..salgo a duemila,dove i venti sono favorevoli. A lunghi intervalli accendo una lampada per esaminare gli indicatori dei motori; ma la maggior parte del tempo mi chiudo completamente nel buio(..)Nel mondo esterno ogni cosa si e’ spenta. C’e’ Prevot che si addormenta,dopo strenua resistenza, ed assaporo meglio la mia solitudine. C’e’ il dolce ruggito del motore e, di fronte a me, sul cruscotto, tutte quelle stelle calme.”..