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The world is not enough

Il tempo immobile di M’hamid el Ghizlane, avamposto alle porte del Sahara

Import 2017

Esiste un posto magico e dai contorni indefiniti come nei sogni nei miei ricordi dei numerosi viaggi in Marocco, un “non luogo” per la sua posizione alla fine del mondo e all’inizio del deserto,l’incrocio di poche strade che vanno a perdersi nel nulla per dare inizio alla promessa del Sahara.
Si tratta di M’hamid el Ghizlane, avamposto alle porte del grande deserto africano,a due passi dal confine algerino, un tempo tappa commerciale sulla rotta delle carovane che attraversavano il Sahara dirette alla mitica Timbuctu’ e oggi punto di partenza di moderni viaggiatori.
Anche se il deserto non e’ ancora quello delle grandi dune ( l’Erg Chegaga) ,bensi un deserto rosso e compatto fatto di pietrisco e sabbia che inizia a cedere il passo a quello vero e proprio a qualche chilometro di distanza, la sua presenza si fa sentire distintamente. Il piccolo paese cambia aspetto con il variare del vento,avanzando o arretrando a seconda della sabbia trasportata e depositata, mutando cosi la propria morfologia piu’ volte al giorno. Le case dalle forme scabre ed essenziali hanno perso tutta la chiassosita’ tipica delle abitazioni marocchine: qui hanno lo stesso colore dell’argilla, del deserto, e vanno a confondersi silenziose e riservate col paesaggio circostante grazie al pulviscolo rossastro che le avvolge e rende tutto indefinito e irreale. Anche gli abitanti del posto sono piu’ solitari del solito, li vediamo avvolti nelle loro djellaba color ocra con il cappuccio calato sul volto per proteggersi dalla sabbia.
La sera alcune fioche lampadine si accendono per le vie del paese, luci ballerine sotto il vento che contribuiscono a rendere l’atmosfera ancora piu’ irreale.
Si puo’ dormire in una kasbah molto accogliente e ben attrezzata per ospitare i viaggiatori che vogliono affrontare le dune. Quando cala la notte il silenzio e’ totale, assordante. Il buio assoluto. Si va a dormire pensando al deserto che ci aspetta, a pochi passi dalle ultime case di M’hamid.
Il tempo immobile, la sensazione che qualcosa stia per incombere, tutto fa pensare all’incessante attesa di un nemico che non arrivera’ mai del tenente Drogo ne “Il deserto dei Tartari”, confinato in una fortezza che è come qui a M’hamid l’ultimo avamposto di confine di fronte a un deserto. Cosi scrive Buzzati :“La pace regnava sul mondo, le sentinelle non davano l’allarme, nulla lasciava presagire che l’esistenza sarebbe potuta cambiare.”Nemmeno a M’hamid sembra che l’esistenza possa mai cambiare.