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Politica

L’ultimo capodanno: "Orgoglioso di questo percorso, ora spazio ai giovani"

Fra successi, errori e delusioni, Federici ammette:"Ho sbagliato nella comunicazione e non è poco per chi fa politica. I musei? Troppe sedi ma il Lia è da rilanciare, Università da consolidare. E il Felettino dovrà essere un Dea di secondo livello".

Inaugurazione Piazza Verdi

L’ultimo giorno dell’anno serve solo a brindare, a gettarsi dietro le spalle un anno ed accingersi a viverne un altro con il tempo che passa, i sentimenti che mutano, la stanchezza che, inesorabilmente, prima o poi arriva. Con l’intervista a CittadellaSpezia, il sindaco Massimo Federici si congeda dal 2016, consapevole che lo spumante che stapperà stasera alla mezzanotte celebrerà il suo ultimo capodanno da primo cittadino. Ma piazza Verdi, che ieri lo ha visto uscire con silente sagacia dai fischi riservatigli, non può certo essere l’unico tema. Soprattutto in una giornata da titoli di coda come questa.

Ultimi sei mesi di mandato dopo dieci anni senza sosta. Qual è il sentimento che affiora maggiormente?
“Nel tempo della crisi economica internazionale più lunga e più dura da quella del 1929 quella del sindaco è divenuta una esperienza molto gravosa…difficile rendere l’idea. È la figura più esposta e alla quale il cittadino fa immediatamente riferimento per ogni tipo di questione. Ogni sforzo sembra sempre insufficiente. Per questo il sentimento non può che essere ambivalente. Da una parte la sensazione di un progressivo alleggerimento che dà serenità. Dall’altra però un po’ di malinconia perché comunque, nonostante la fatica dei tempi, fare il sindaco della propria città è la cosa più bella e gratificante che possa capitare a chi ha passione per la politica e per la vita sociale delle persone”.

Che 2016 è stato per la città?

“Beh direi importante, per molte ragioni. Dovrei fare un lungo elenco. È partito il cantiere del nuovo ospedale e questo da solo per me vale tutto il mio mandato. Ma è partito anche il cantiere all’ex ospedale della Marina, dove trasferiremo il polo Universitario… un progetto bellissimo che considero uno sguardo sul futuro per la nostra città. E poi il cantiere per la più bella pista d’atletica d’Italia al Campo Montagna. Abbiamo concluso i lavori di Piazza Europa e quelli di Piazza Verdi. Quelli sotto il Castello con gli Orti e le mura storiche. Abbiamo concluso l’accordo sull’area a mare di Marola. È stato l’anno in cui è iniziata la discussione sul dopo centrale Enel che chiuderà entro pochi anni. L’anno in cui siamo arrivati al 60% di raccolta differenziata. È stato un grande anno per il turismo”.

Che 2017 sarà?

“Potrà essere un anno importante. Penso al nuovo Piano Urbanistico Comunale in via di adozione che consoliderà le azioni già intraprese come quella della salvaguardia delle nostre colline e del rinnovato rapporto tra mare e fascia collinare. Penso ad Acam che va verso l’aggregazione uscendo definitivamente dalla sua crisi. Poi anche il 2017 sarà caratterizzato da opere giunte a conclusione e da cantieri in partenza. Penso ad esempio alla fascia di rispetto e al programma periferie a Canaletto Fossamastra Pagliari, ad alcuni progetti innovativi “smartcity”. Ma tutti i prossimi anni saranno contrassegnati da trasformazioni importanti, il lavoro che abbiamo impostato infatti darà i suoi frutti ancora per un po’. Basti pensare che nel ’18 sarà finito il terzo lotto della varianteAurelia con benefici straordinari per traffico e ambiente. Con la mia squadra laverò fino all’ultimo giorno perché ancora tante sono le partite aperte che richiedono il massimo impegno”.

E’ in atto da alcuni anni una messa in discussione della cosiddetta delega democratica. La gente sceglie i candidati, li vota ma è pronta immediatamente dopo a mollarli, a non riconoscerli come guide. Colpa di chi?

“Principalmente è colpa della crisi economica, una crisi lunga ed estenuante accompagnata da fenomeni sociali di cambiamento epocale, come l’immigrazione, che generano spaesamento. I cittadini vorrebbero risposte risolutive su lavoro, occupazione, sicurezza, servizi, detassazione etc. Ma pesano il debito pubblico, la natura e la dimensione della crisi economica, le rivoluzioni tecnologiche che portano opportunità ma anche pesanti problemi. La politica che sceglie di rispondere con il populismo, con la demagogia, con la chiusura e l’involuzione civile, insomma con le risposte facili, ha buon gioco… almeno fino a quando non è messa alla prova. Invece la politica che si fa carico dei problemi della modernità per governarli e dare loro uno sbocco progressista sembra non riuscire a stare al passo con le aspettative e viene “sfiduciata”. Non c’è un governo, nazionale o locale, che in occidente oggi non sia sottoposto a questa sfida”.

Quale la delusione più grande e in che cosa, con gli occhi di oggi, avrebbe fatto altre scelte? Il rimpianto, lo ha detto e ripetuto, è il waterfront. Ma è il solo?

“Ho fatto errori di comunicazione e non è poco per chi fa politica”.

Da un rinnovato rapporto con Ap può nascere quel tipo di progettualità fra costa, centro storico e periferie che oggi non esiste. Perché Roncallo, che politica non è, può essere la risposta giusta in un momento di difficoltà del porto della Spezia?

“Perché Carla Roncallo è una lavoratrice straordinaria, e c’è bisogno di macinare molto per recuperare il passo giusto. Perché sa stare al suo posto interloquendo nel modo giusto con le altre istituzioni senza fare dell’ AP il “soggetto politico” che non è e senza farne un improprio centro di potere, di controllo e di consenso. È la persona giusta per dialogare e far dialogare, per riportare tutto su un piano di oggettività. Per questo penso che la progettualità che potrà nascere da questa nuova condizione sarà molto virtuosa per la città”.

Museo Navale, polo universitario, recupero aree militari. Voi avete messo le prime pietre ma questo è un processo lungo mezzo secolo. Non manca secondo lei clamorosamente una pianificazione che superi i futuri potenziali cambi di colore al governo cittadino?
“In realtà non esistono pianificazioni strategiche vincolanti e neppure magiche. Esistono però la forza dei buoni progetti, la capacità e la caparbietà nell’avviarli e portarli avanti, esiste la visione di futuro di una classe dirigente. I prossimi anni saranno interessanti, affascinanti, anche per quei punti da lei accennati. Non parlerei più di aree militari genericamente, ma del tema del couso o uso duale dell’arsenale non solo per la difesa, ma anche per l’industria, la formazione, e poi per il turismo che ha in un Museo Tecnico Navale modernamente ristrutturato, promosso e gestito un fulcro straordinario. Sul polo Universitario ho detto e anche… dato tutto. Ë il progetto nel quale credo di più. Ma dovrà essere la città a farlo proprio e a vigilare affinché non sia lasciato a se stesso di fronte alla prima difficoltà o perché questo o quell’Ente se ne stanca. È una grande opportunità se crediamo in Spezia polo internazionale d’eccellenza nel nautico-navale”.

Cultura e Turismo, e non è soltanto una questione legata agli attuali assessori. E’ onesto dire che si avrebbe potuto fare di più?
“Sempre si può e si deve fare di più. Meglio farlo però senza piangerci troppo addosso. Abbiamo un sistema di presidi culturali e un volume di produzione e di proposte da far invidia a città ben più grandi della nostra. Da fuori ci guardano con stupore quando non con invidia. Detto questo è necessario che nei prossimi anni si vada ad una una riorganizzazione e ad un rilancio dei servizi culturali. Anche il Teatro Civico e lo spettacolo pur avendo funzionato alla grande hanno di fronte nodi importanti da sciogliere. Altre questioni da affrontare con nuove strategie saranno il Camec e il tema della promozione. Per quel che riguarda il turismo, se guardiamo ai dati non possiamo certo lamentarci del trend degli ultimi anni. Le Cinque terre sono un magnete potentissimo e la città grazie alle riqualificazioni, alla presenza dei musei, alla diffusione di locali, alla presenza di infrastrutture e servizi, insomma al frutto del lavoro di quattro o cinque lustri, si è predisposta a questa scommessa e ha saputo coglierla. Per decenni il Turismo non è apparso nell’agenda politica e amministrativa della città e questa inesperienza un po’ pesa. Ma ora abbiamo fatto un pezzo di strada nella giusta direzione. Seppur da rafforzare abbiamo servizi di accoglienza e informazione e soprattutto vedo che parte della città si sta convertendo positivamente a questa economia. Certo, dobbiamo accelerare e prepararci a investimenti nuovi e di qualità per fare della città un baricentro a servizio all’area vasta, ma anche per sviluppare nuove occasioni di visita e permanenza in città. Rinnovamento Museo Navale e sommergibile visitabile potranno essere due punti di forza straordinari”.

A questo proposito come vede il futuro museale della città? E’ così blasfemo dire chiudiamo quello che non funziona abbastanza e che costa troppo alla comunità?
“No, non è blasfemia. Dobbiamo razionalizzare. Troppe sedi e troppa dispersione di energie. Il LIA invece va rilanciato e l’occasione la vedo nel ventennale che è stato ricordato poche settimane fa, ma che nel prossimo anno verrà celebrato con iniziative importanti”.

Nuovo ospedale, quando sarà pronto e cosa conterrà davvero? Ai taccuini di CDS il direttore generale della Asl ha praticamente escluso la possibilità di un Dea di secondo livello…
“E ha sbagliato. Non si deve rinunciare a un obiettivo così importante per il nuovo Sant’Andrea che sarà pronto nel 2020”.

Restano da finire gli interventi all’ex Fitram, all’ex Pacinotti e all’ex Odeon. Vedremo tutto entro la prossima tornata elettorale?
“Tutti e tre gli interventi sono in dirittura d’arrivo. Penso che tra marzo e aprile potremo vederli completati e consegnati ai loro usi”.

Dopo dieci anni di Federici, il Pd cerca un successore che convinca tutti. Mori è in campo da tempo, Goretta ha sciolto le riserve, Merlo nicchia e Orlando si è richiuso nel silenzio. Come andrà a finire?
“Riusciremo a unirci su quello che sarà il nostro candidato. Sono ottimista. Abbiamo una responsabilità grande e non possiamo permetterci errori e divisioni lasciando la città in mano ad avversari che non mi sembrano per niente all’altezza e che sono senza progetto e senza valori”.

Federici proverà a imboccare la strada di Roma alle prossime Politiche? O il traffico previsto farà propendere per l’attesa di un’altra occasione?
“In passato non nego di aver preso in considerazione questa ipotesi. Ma per molte ragioni ho maturato l’idea che sia il momento di fare spazio a chi è più giovane. Qualcosa farò e se potrò essere d’aiuto in qualche modo non mi tirerò indietro. Intanto posso dire che ho avuto l’occasione più bella che si possa avere. È tanto. Sono orgoglioso di esser stato per dieci anni sindaco di una città così straordinaria, con quella sua storia epica, con quel suo carattere unico, la mia città”.

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