Politica

"Social network responsabili eviteranno un controllo pubblico dei contenuti"

Terrorismo e odio, parla il ministro Orlando: "Si dice che devono valere le regole che valgono nella vita normale e che quindi è giusto che se uno lede la libertà altrui intervenga la magistratura".

“Responsabilizzare i social network nel contrasto alla propaganda d’odio, impegnandoli all’esigenza di rimuovere i contenuti che inneggiano a comportamenti violenti o forme di discriminazione, che sono il presupposto di comportamenti che possono portare a devianze con un contenuto violento. E’ questo l’unico modo di evitare un odioso controllo pubblico su questi strumenti, che rischia di creare tanti problemi quanto nell’attuale soluzione, e contemporaneamente di poter dare una risposta a un fenomeno sempre più preoccupante”. Lo ha ribadito il ministro della Giustizia Andrea Orlando, intervistato da Rtl 102.5 dopo l’intervento sul tema pubblicato ieri da “Il Foglio”.
La reazione dei social, ha spiegato il Guardasigilli, è stata “porre un’oggettiva difficoltà rispetto a queste richieste: si tratta di intervenire su un numero enorme di contenuti postati, una resistenza perché questa difficoltà comporta un conto. Però inizia a esserci quel riconoscimento in termini generali del fatto che l’utilizzo di questo tipo di strumenti provoca una serie di effetti simili a quelli di una tradizionale attività di pubblicazione di contenuti di informazione”. Un problema, questo, riconosciuto recentemente anche da Mark Zuckerberg, ideatore di Facebook.

“Quindi anche se ancora non c’è una disponibilità definitiva, comincia a farsi strada una certa consapevolezza o almeno un riconoscimento in termini di principio. Ma questa battaglia – ha precisato il ministro – si può vincere solo in un livello sovranazionale: per questo la dimensione minima che sta avendo un qualche risultato è quella dell’Unione Europea. L’Italia insieme alla Germania è stato il Paese che più ha spinto affinché questo confronto andasse avanti, ora credo si tratti di fare dei passi ulteriori e decisivi per avere risultati su questo fronte”.”Noi ci dobbiamo far carico anche di chi utilizza la Rete per la diffusione di contenuti che sono il frutto di una vera e propria pianificazione dell’odio: il processo di radicalizzazione, reclutamento e coinvolgimento anche in fenomeni di carattere terroristico e di propaganda jihadista passano spesso attraverso la Rete e in questo caso non bastano le raccomandazioni ad un uso consapevole, ma si tratta anche di coinvolgere il social network affinchè possa contribuire a contrastare questo tipo di fenomeni. Si dice che devono valere le regole che valgono nella vita normale e che quindi è giusto che se uno lede la libertà altrui intervenga la magistratura: ma stiamo parlando di numeri così grandi che nessuna forma di repressione tradizionale è in grado di funzionare in modo efficace. Per questo chiediamo un aiuto anche a chi gestisce questo tipo di piattaforma”, ha concluso Orlando.

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