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Un parco lungo le mura ottocentesche della città

Si chiamerà "Parco delle Mura", nato per valorizzazre la cintura di sicurezza della città creata attorno al 1880. Un gioiello di architettura militare, da aprire a soluzioni legate al turismo, alla ristorazione e alla memoria.

Porta Castellazzo

Si chiamerà Parco delle Mura e correrà tutto attorno al centro storico della città. Dalla zona alle spalle della Cattedrale di Cristo Re fino al Parco del Colombaio dietro allo stadio “Alberto Picco”, passando per i colli, Porta Castellazzo, Piazzale Ferro e il Parco della Rimembranza. La Spezia insomma si riappropria di una delle opere militari più importanti di tutto l’Ottocento europeo, l’ultima cinta di mura urbane costruita in Italia.
La cosiddetta “cintura di sicurezza” della città datata circa al 1880 è un patrimonio unico a livello nazionale, ma fino ad oggi del tutto dimenticato. A battersi da anni per la sua valorizzazione l’associazione “Dalla parte dei forti” e pochi altri storici e appassionati locali. Oggi il Comune conta di “pervenire ad un recupero delle strutture fortificate e degli spazi aperti ad esse connesse”, in continuità con il “tracciato dell’Alta Via del Golfo e di una serie di progetti specifici di restauro e di integrazione delle strutture finalizzato all’insediamento di attività turistico-ricettive, ricreative, di ristorazione e di servizio, anche privato, comunque funzionale alla pubblica fruizione degli spazi e delle strutture dei forti”.
Un’idea già contenuta nel Puc del 2000 e ora rilanciata da una delibera della giunta comunale: se il progetto, formulato proprio partendo da un’idea dell’associazione “Dalla parte dei forti” è ormai pronto, il prossimo passo sarà la creazione di un vero e proprio piano di valorizzazione. Questo di pari passo alla richiesta da parte di Palazzo Civico di venire in possesso delle mura e dei forti, oggi in mano al demanio.

I cortili dell’Umbertino. La riscoperta del secondo Ottocento prosegue anche all’Umbertino, dove i cortili delle vecchie case operaie saranno ribattezzate per ricordare i vecchi mestieri che venivano svolti nel Regio Arsenale cavouriano. “Tracciatore”, “fabbro ferraio”, “sarto velaio”, “guida palombaro”, “carpentieri e calafatore”, “calderao tubista” e “maestro d’ascia” sono i nomi prescelti.
La ferita di guerra. Confermato infine il battesimo della cosiddetta “Ferita di guerra” di Piazza Sant’Agostino. Rimarrà la targa all’interno dello spazio dove un tempo sorgeva un palazzo quattrocentesco, sventrato dalle bombe nella Seconda Guerra Mondiale.

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