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Il sabato del Miraggio

La bellezza del pulito

di Salvatore Di Cicco

Sporcizia a Mazzetta

Quando si visita una città, al di là dei monumenti più importanti, delle piazze, dei musei o delle chiese, la cosa che salta all’occhio è la pulizia delle strade e dei luoghi pubblici in generale. Una città pulita, insomma, rappresenta il primo biglietto da visita per il turista e per chi si muove per lavoro.
Noi, quasi come riflesso condizionato, facciamo quasi sempre l’esempio della Svizzera come pietra di paragone non solo per la pulizia delle città ma anche per l’«educazione» che il semplice cittadino dimostra come elemento naturale della propria cultura. Cosa che sentiamo ripetere da chi si è trovato nei paesi più a nord, dalla Germania all’Olanda, dalla Svezia alla Danimarca e così via.

Evidente, quindi, che il dato culturale di fondo inchioda i nostri comportamenti alla posizione geografica dell’Italia, ma non solo. Basterebbe mettere a confronto una classe di una qualunque scuola italiana con quella di un qualsiasi altro paese europeo per capire che si tratta di un «difetto» che ci portiamo dietro all’infanzia e che non ci saranno mai multe e punizioni per far capire ai nostri simili come ci si comporta fuori di casa, come bisogna avere rispetto degli altri e di tutto ciò che è nostro solo in quanto appartenente a tutti, cioè alla collettività. Una condizione basilare se si vogliono raggiungere gli standard di altri paesi e, soprattutto, un grado di educazione quanto meno accettabile.
Su questo, dunque, non ci piove. È anche vero, però, che gli esempi che vengono dall’alto non aiutano a migliorare la situazione, anzi.

Senza andare molto lontano, guardiamoper esempio quello che succede a Spezia, dove la pulizia delle strade, la raccolta dei rifiuti, le condizioni di incuria e di abbandono di aiuole e di giardini (esclusi quelli del centro), di strade e marciapiedi, di percorsi riservati alle biciclette e di spartitraffico danno la misura di quanto poco interesse viene riservato a quelli che invece i cittadini considerano problemi primari del vivere comune.
Fateci caso. Quando si inaugura una nuova realizzazione (monumento o piazza, parco o giardino) tutto appare bello e piacevole. Basta poi aspettare qualche mese e siamo alle solite: abbandono, incuria e dimenticanza totale…
Il top, ovviamente, viene raggiunto dalla raccolta della rumenta. Una vergogna di cui nessuno si sente responsabile. L’annuncio della raccolta differenziata, porta a porta, ha ulteriormente peggiorato la situazione e non basteranno certo le vertenze sindacali e il “buco nero” dell’Acam a spiegare il fallimento di una politica che si vanta di raccogliere le istanze dei cittadini ma a queste istanze non sa mai dare una risposta risolutiva e soddisfacente.

Si parla, giustamente, di turismo come volano per uscire dalla crisi economica in un territorio che da sempre soffre di un ritardo culturale in questo senso. Bene, il «biglietto da visita» della città bisognerebbe nasconderlo invece di presentarlo a quelli che scendono dalle navi, richiamati dal fascino di un territorio per tanti versi unico. Unico come lo sporco di cui non siamo capaci di liberarlo.