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Zona Franca

Le stornellate di Camusso e Renzi

Import 2014

Lara lallara lallara lallalà
Lara lallara lallara lallà..
Lara lallara lallara lallalà
Lara lallara lallara lallà..

Te possino dà tante cortellate
pe’ quante messe ha dette l’arciprete
pe’ quante messe ha dette l’arciprete
pe’ quante vorte ha detto orate frate

Immaginate Susanna nei panni di una odierna Gabriella Ferri, trasteverina DOC, canticchiare questo stornello all’apertura del XVII congresso nazionale della CGL a Rimini dedicandolo al premier Renzi. La immagino come una dichiarazione aperta di amore o di odio, non è dato sapere, sicuramente di guerra, in cui Susanna vorrebbe mirare a riportare il focus su il quadrato rosso che è simbolo del sindacato e che ne rappresenta i quattro punti chiave: pensioni; amortizzatori sociali; contrasto al lavoro povero; misure fiscali.
Per farlo esorta all’alleanza, al consenso, ma soprattutto alla creazione di mobilitazione in tutti i luoghi di lavoro ed in tutti i territori. Soprattutto popolari.

Er bene che te vojo nun lo dico
te vorebbe vede’ a ponte impiccato
te vorebbe vede’ a ponte impiccato
con la testa mozzata e pe Panìco

(N.B. via di panico è una via in discesa di Roma che inizia da una piazza dove decapitavano i condannati a morte, e la testa rotolava pe panico )

Io so’ trasteverina e lo sapete
nun serve bello mio che ce rugate*
nun serve bello mio che ce rugate
so’ cortellate quante ne volete
(* infastidite)

E cosa potrebbe rispondere il buon premier a tutto questo sanghe e core nazional popolare, se non battendo i piedi a terra e dicendo che se fanno così i sindacati lo impicciano nel lavoro? Matteo è poco abituato ai modi di fare dei sindacati e delle lotte operaie Susanna, non te la prendere. Dice che anche i sindacati allora devono mostrare trasparenza nei loro stipendi. Ecco.
“Va bene Mattè, ma ora non piangere, su, che mi svegli er il pupo e piagne pure lui.”

Alla fine dello stornello si sente la musica sempre più distante, cala il sipario e tra un applauso e l’altro viene posta comunque la fiducia al DL del lavoro, che con l’aggiunta di un poco di belletto sotto forma di penali (ma non l’assunzione obbligatoria) per chi sfora il tetto del 20 per cento dei dipendenti a tempo determinato, nuove norme sull’apprendistato e il limite di rinnovo di cinque contratti a tempo determinato (di indeterminato qui non abbiamo neppure le pietre, figurarsi il lavoro) si presenta paro paro a quello stabilito dal Nuovo Centrodestra. Sulle modifiche criticate dai sindacati e dalla sinistra Pd, che invece alla Camera erano riusciti a far votare un testo diverso da quello iniziale del governo, una volta finita la musica dello stornello è calato nuovamente il silenzio, per dare spazio alla risposta a tono di Renzi che dopo l’approvazione di oggi le canta il suo stornello fiorentino, che conclude così:

E io di stornelli ne so mille
Veniteli a comprar,ragazze belle:
ne do cinque al quattrin come le spille.

Se vuoi far con meco agli stornelli,
lèvati la mattina innanzi i galli;
faremo a gara a chi li sa più belli.

Se tu vuoi far con meco a stornellare,
piglia un panchetto e mettiti a sedere,
e fino a domattina s’à a durare.