Roma si fa amica degli insorti

Abbandonato il ‘grande’ amico Muammar Gheddafi, Roma sembra intenzionata a riprendere terreno in Libia. Troppo importante mantenere i legami con l’ex colonia, o meglio con le sue risorse petrolifere. E la paura di un nuovo assetto che potrebbe vedere Francia e Gran Bretagna ritagliarsi la parte delle leone, sta spingendo l’Italia a tenersi in prima linea.
Dopo aver aderito senza troppi tentennamenti alle operazioni militari, promosse con fervore proprio da Londra e Parigi, adesso si moltiplicano le azioni diplomatiche.
Ieri, il ministro degli esteri Franco Frattini ha effettuato un visita lampo nella capitale dei ribelli, Bengasi. Dopo aver inaugurato il nuovo consolato italiano nella terra degli insorti, Frattini ha anche siglato un memorandum che prevede lo stanziamento di centinaia di milioni di euro a favore della rivolta.
”Con Eni e Unicredit provvederemo ai bisogni della popolazione con un’enorme quantita’ di benzina e un’enorme somma di denaro’’ ha detto il ministro precisando che ‘’l’operazione sara’ garantita dai beni libici congelati in Italia dopo le sanzioni contro il regime’’.
Roma sta anche diventando il crocevia degli ex fedelissimi del regime. Oggi, il ministro del petrolio, Shakri Ghanem, ha annunciato dalla capitale di aver abbandonato Gheddafi e di essersi unito alla rivolta.
‘’In questa situazione non si può più lavorare: quindi ho lasciato il mio Paese per unirmi ai giovani libici che combattono per un Paese democratico’’, ha dichiarato. Pochi giorni fa, e’ stata invece la volta invece di 8 ufficiali fuggiti a Roma grazie al sostengo degli 007 italiani.
Intanto in Libia, la guerra e’ praticamente in stallo. Migliaia di bombe sganciate dalla Nato, anche su Tripoli, tentativi diplomatici di ogni sorta, non hanno fatto vacillare il Rais. Sembra deciso a restare in sella e la Nato ha annunciato di aver prolungato le sue operazioni militari di tre mesi, fino a settembre.