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La recensione: "Venerdì o il limbo del Pacifico" di Michel Tournier

"Venerdì o il limbo del Pacifico" di Michel Tournier

“Venerdì o il limbo del Pacifico” è un romanzo di Michel Tournier in cui l’autore rivisita il testo di Daniel Defoe “Robinson Crusoe”.
Quella dello scrittore francese è una rivisitazione in chiave più moderna o comunque postuma al racconto di Defoe di circa un centinaio d’anni; il Crusoe di Tournier è un uomo puritano di formazione quacchera, alle prese con il suo dramma personale. A seguito di un forte temporale, la “Virginia”, nave su cui viaggiava, viene scagliata contro gli scogli di una piccola isola al largo del Cile; nessuno, a parte Robinson, è sopravvissuto al naufragio.
Messo di fronte all’isola, che chiamerà “Speranza”, Robinson decide di non lasciarsi andare, di non abbandonare le sue radici umane trasformandosi in un animale al fine di sopravvivere ma decide di trasformare bensì l’isola in una vera e propria società come quella da lui abbandonata a seguito del naufragio; instaura un ordine autocratico, che mira a trasformare la natura tropicale dell’isola in una città giardino totalmente pianificata e studiata. Costruisce fortificazioni e monumenti pubblici, promulga una costituzione e un codice penale e, in uniforme da governatore-generale-amministratore, svolge con maniacale precisione i suoi compiti ufficiali: avviare il censimento delle tartarughe, presiedere la commissione legislativa della Costituzione, inaugurare un ponte di liane su un burrone, marchiare tutti gli animali dell’isola etc.
Si notano molte differenze tra il Robinson di Defoe e quello di Tournier, il primo concreto e materialista, privo di una vera e propria filosofia di vita, interessato essenzialmente alla sua sopravvivenza ed il secondo, personaggio più completo, dotato di una forte personalità, critico e programmatore: intraprende un’attenta analisi razionale e sistemica degli eventi che lo conduce ad una metamorfosi spirituale nella quale, inizialmente, da uomo privo di alcuna speranza, si trasformerà in re e amministratore unico dell’isola.

Venerdì o il limbo del Pacifico” è la prima incursione di Tournier nella forma del romanzo filosofico-morale. L’eroe settecentesco, che nel Robinson Crusoe di Defoe prefigurava il colonialismo britannico, qui non riesce più a trasformare la natura dell’isola con la sua razionalità industriosa e pianificante. Al contrario, viene iniziato dal selvaggio Venerdì verso una completa regressione allo stato “naturale”, spinto ad abbracciare una dimensione esistenziale autentica e primitiva. I simboli e i miti della cultura occidentale naufragano assieme col protagonista e ci costringono a ridisegnare con ironia le consuete mappe di navigazione.

La quarta di copertina è illuminante nel descrivere il reale cambiamento che avviene in Robinson durante la sua permanenza nell’isola. L’iniziale, e già citato, totale abbandono della speranza, il passaggio ad una programmatica e calcolata “ricostruzione della società”, fino all’incontro con Venerdì, che incarna la figura del selvaggio tanto disprezzata da Robinson -“…metà negro e metà indiano, nemmeno una razza pura.” , che lo porterà da un atteggiamento padrone – schiavo a trasformalo, riportandolo alla dimensione naturale, primitiva della vita.
Tournier non si allontana da Defoe solo per la diversa interpretazione data al suo romanzo ma anche lo stile scelto per raccontarlo ai lettori è totalmente differente. L’autore francese infatti sceglie di narrare gli avvenimenti in terza persona, intervallando quest’ultimi con un Log-Book dello stesso Robinson in prima persona, in cui lo sfortunato naufrago esterna i suoi ragionamenti: si può, attraverso questo “diario”, seguire la trasformazione psicologica e la formazione di una filosofia morale che contraddistingue i diversi momenti della vita sull’isola, dalla decisione di ricostruirla secondo i dettami delle società “umanizzate” , fino al crollo, inizialmente graduale, e poi sempre più veloce verso la natura primitiva.

Un testo che ha incontrato sia critiche che apprezzamenti dai lettori, divisi soprattutto sulla questione del crollo “umano” di Robinson, in questa ricostruzione che vede il primitivo soverchiare il moderno, la vittoria della vita selvaggia sulla società.
Si tratta sicuramente di un libro “illuminante”, sotto certi punti di vista di difficile comprensione, anche per la terminologia utilizzata da Tournier, ma sicuramente un testo di forte impatto filosofico e sociologico, non solo un riadattamento ma un vero e proprio ribaltamento dell’idea dell’uomo alla prese con la sua natura più primitiva. Quella di Tournier può essere vista come una rivisitazione che ha seguito l’evolversi della sociologia e della filosofia, per così dire “umana”, che ha fatto seguito ai romanzi che hanno visto come loro perno il tema dell’involuzione umana, del forzato ritorno alla natura animale come: “Il signore delle mosche” di William Golding, “L’isola del tesoro” di Stevenson, “La tempesta di Shakespeare, solo per citarne alcuni.

L’AUTORE:

Michel Tournier nasce a Parigi il 19 Dicembre 1924, è uno scrittore francese.
Trascorre la sua gioventù a Saint-Germain-en-Laye e a Neuilly-sur-Seine. È il condiscepolo di Roger Nimier. La sua educazione è segnata dalla cultura tedesca, la musica e il cattolicesimo. Più tardi, scopre il pensiero di Gaston Bachelard. Compie, in seguito, studi di filosofia alla Sorbonne e all’università di Tübingen. Segue i corsi di Maurice de Gandillac. Entra a Radio France come giornalista e traduttore e anima l’emissione L’heure de la culture française (L’ora della cultura francese). Collabora anche per Le Monde e Le Figaro. Nel 1967 pubblica il suo primo romanzo “Vendredi ou les Limbes du Pacifique” (che prende ispirazione da Daniel Defoe) che viene premiato con il Grand prix du roman de l’Académie française. Tournier desidera scrivere una storia popolare su di un soggetto filosofico. Nel 1970, ottiene il Prix Goncourt all’unanimità, per il romanzo “Le Roi des aulnes” di cui sono state vendute 4 milioni di copie. L’anno dopo, pubblica “Vendredi ou la vie sauvage”, versione semplificata di “Vendredi ou les Limbes du Pacifique”. Non lo scrive come un libro per ragazzi, ma considera che poter essere letto dai ragazzi sia un criterio di qualità. Il libro diventa un classico scolastico. Ne sono state vendute 7 milioni di copie ed è stato tradotto in una quarantina di lingue. Nel 1975 pubblica il suo terzo romanzo “Les Météores” che racconta la vita di due gemelli, Jean e Paul. Oggi vive a Choisel (Vallée de Chevreuse) in un antico presbiterio e fa parte del Comitato di lettura presso Gallimard. Ha ricevuto la medaglia Goethe nel 1993 e ha ricevuto una laurea Honoris Causa dall’Università di Londra nel 1997.

TITOLO: “VENERDI’ O IL LIMBO DEL PACIFICO”
TITOLO ORIGINALE: “VENDREDI’ OU LES LIMBES DU PACIFIQUE”
AUTORE: MICHEL TOURNIER
EDITORE: EINAUDI
PREZZO: 19,00 €