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Sheri Sam, eclipse from Usa.

Presentata al Palasprint la fuoriclasse americana della TermoCarispe.

Delle sue terre, Saitn Paul, Minnesota, ha soprattutto le treccine indiane, coperte in parte da una bandana bianca. Un tempo quella zona settentrionale degli States era terra di tribù, divisa tra Spagna, Gran Bretagna e Francia. Ci hanno messo un po’, da quelle parti (1848) a farsi un’autonomia, ed è per questo che per il resto del paese, Minnesota è sempre sinonimo di Indiano. Troppo giovane e bella la Sam per sapere anche questo.
Ieri è dello sport spezzino, grazie alla capacità manageriale di una società come la Termocarispe, che la fa arrivare dove forse non sarebbe mai arrivata senza una sorta di intraprendenza e di voglia di fare risultato.
Il parquet lo assaggia sotto gli occhi di Vaiani, il coach; discute con lui di tutto, anche delle ore di allenamento alle quali si dovrà sottoporre in settimana. Non c’è jet lag che tenga.
Poi la conferenza stampa, che forse la stacca definitivamente dal mondo dorato della WNBA e la riporta sulla terra, con meno stelle e più strisce, ma tanta voglia di arrivare.
L’Eclipse, l’eclisse, come la definì la pagina sportiva del New York Times dopo che a Los Angesel toccò in carriera i 2000 punti a metà agosto, sembra sapere il fatto suo, anche quando raccolta di Vanderbilt, il college da dove proviene, e con la cui maglia si allenava anche ieri al primo approccio al Palasprint. ”Thanks, I’m coming….”, inizia la Sam, con a fianco un traduttore e Gianmarco Pagani, il suo nuovo presidente.
”Una scelta di vita – snocciola l’ex stella dei Lynx di Minnesota, dove giocava con il 55- per provare a vincere anche nel vostro continente. Una scelta che credo giusta anche se tutta una serie di impedimenti burocratici hanno impedito che il mio arrivo avvenisse ben prima”.
Conosce alcune delle sue compagne:”Con Gergana Slavtcheva ci siamo allenati a lungo nei States, con la Yilmaz siamo stati insieme alcuni mesi ad Istanbul, portando il Galatasaray alla vittoria nel campionato turco”.
Poi i racconti di Vanderbilt, il college da dove sono uscite molte stelle del massimo campionato femminile del mondo e dove, ci raccontavano alcuni colleghi, faceva impazzire un po’ tutti, insegnanti didattici e sportivi compresi, e dove iniziò a tatuarsi .
”Ho avuto grandi stagioni lì tra il ‘92 ed il ‘96, grandi davvero; ho anche vinto un campionato universitario e poi sono cresciuta come giocatrice di basket”. Anni fa tentò anche l’approccio a Bari nel nostro campionato, dove trovò per qaulche settimana anche la Gentile, durò pochissimo.
Sembra personaggio facile da integrare nel tessuto della squadra. L’agosto scorso , prima di partire e di portare per la prima volta le sue Lynx ai play off, ha regalato il sigillo più bello della sua storia sportiva americana; 2000 punti in carriera nel match Minnesota-Los Angeles finito 87-83. In cinque anni ha superato un tetto storico per la WNBA; è la venticinquesima giocatrice di sempre che riesce ad arrivare a questo livello, tra quelle in attività è tra le prime dieci marcatrici della storia.
Nel suo racconto però il dato non sfugge:”Vorrei arrivare a 3000, magari lasciando un grande ricordo anche qui”, racconta in conferenza stampa. Il passato sfugge in gran parte però all’analisi davanti ai cronisti; i tre anni ai Miami Sol, poi la stagione ad Orlando, una media di 14,5 punti a gara pressochè costante.
Prima di toccare la WNBA Sheri Sam giocò anche due pro season nei San Jose Lasers della American Basketball League. Tra ABL ed WNBA le due massime categorie americane, ascrive 3450 punti in carriera, tra le 15 migliori di sempre. L’anno sistemata logisticamente a Lerici, dove vive anche la Slavtcheva e lei sembra apprezzare: ”Tutto quello che per ora o visto è magnifico, spero tra qualche settimana di poter regalare anche la prima parola in Italiano”.
Dietro l’angolo niente gite al lago Mississippi, che in Minnesota ha anche un fiume omonimo che scorre per 750 km; niente gite fuori porta in Canada.
L’attende Viterbo, un campionato complesso, la Fiba Cup, la Caja Rural .
Un’esperienza continentale europea che parte proprio da uno degli scogli più complessi. Forse far dimenticare Taylor sarà difficile all’inizio:”Io sono una vincente e vorrei rimanere tale”, chiude Sheri.
Ora siamo veramente nelle mani della Zia Sam.
      
      

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