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Cultura e Spettacolo

Una petizione per ricordare il designer Germano Facetti

Reduce dai campi di sterminio e protagonista nell'editoria inglese con la Penguin Books, visse gli ultimi anni della sua vita a Sarzana. Oggi un cittadino promuove una raccolta firme affinché la sua storia venga recuperata e valorizzata".

Germano Facetti

Spentosi a Sarzana nell’aprile 2006 Gemano Facetti è stato uno dei più importanti graphic designer a livello europeo e oggi, nella città nella quale ha risieduto a lungo, c’è chi chiede che venga ricordato in modo da far conoscere la sua storia e la sua attività. Si tratta di Francesco Adami, cittadino che ha avviato sulla piattaforma Change.org una petizione indirizzata al sindaco Ponzanelli con l’obiettivo di stimolare un percorso di riscoperta della vita di Facetti, che affrontò anche il dramma dell’internamento nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen.

“Qui, sulle colline della nostra cittadina – scrive Adami – con l’amata moglie Mary trascorse gli ultimi anni della sua vita. E proprio qui in questo angolo di Lunigiana, decise, chissà per quale insondabile motivo, di fare qualcosa di più: aprire quella sua ‘Yellow Box’ contenente centinaia di fotografie dell’Olocausto e raccontare, proprio come Primo Levi, l’orrore di cui era stato giovane testimone. Facetti (nato a Milano nel 1926) fu infatti internato giovanissimo, all’età di sedici anni insieme ad un amico. In uno dei luoghi più terribili che l’umanità abbia concepito, scoprì l’arte e la vita. Aiutato da Ludovico Belgioioso, l’architetto razionalista (che poi sopravvissuto costruì la Torre Velasca a Milano) scoprì come la fantasia potesse essere uno strumento di evasione e l’arte grafica un mezzo per l’educazione dell’anima delle persone. Alla domanda: “Perché la comunità sarzanese dovrebbe recuperare e valorizzare questo suo cittadino acquisito?” – aggiunge il promotore della petizione – a me piacerebbe rispondere: “Perché era una persona gentile”. Non so se la risposta rientri in quelle giuste. Credo tuttavia che la bellezza e la gentilezza siano un patrimonio da preservare in questo nostro complesso e stupendo Paese. E spero che la città di Sarzana possa trovare il modo migliore per far conoscere quanto “delicata e sublime” l’opera di Germano Facetti sia stata”.

Una figura la sua recentemente celebrata in una conferenza all’Italian cultural institute di Londra, non solo come superstite dei campi di sterminio ma anche per il contributo che ha saputo dare all’editoria britannica dal 1961 al 1972 come art director della celebre casa editrice “Penguin Books” rendendo iconiche le copertine dei suoi tascabili. All’indomani della sua morte infatti Rick Poynor scrisse sul Guardian: “E’ stato il maestro del branding molto prima che questa parola entrasse nella coscienza popolare. Le sue copertine hanno dato un impatto visivo impareggiabile a un editore già considerato dai lettori come una parte vitale della vita culturale britannica”.
La sua esperienza da prigioniero è stata invece raccontata come detto anche nel documentario di Anthony West “The yellow box: short history of hate” ispirato alla scatola nella quale aveva raccolto e custodito disegni, foto e documenti di Mauthausen. Materiale inserito poi anche nella mostra “Non mi avrete mai”.

La petizione si può sottoscrivere QUI

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