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Economia

Airbnb tax, dal 16 ottobre si paga. Ecco chi sarà obbligato

L'Agenzia delle Entrate ha inviato una circolare che fissa i termini. Bianchi: "Non cambia nulla per partite iva e privati, solo per intermediari. Così non si combatte certo l'evasione fiscale".Mille attività in provincia, quattrocento alla Spezia.

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Ricordate la famosa “Airbnb tax” voluta dal governo per regolamentare i cosiddetti affitti brevi e combattere l’evasione fiscale? Pare che sia finita l’attesa dopo che in estate di fatto si era bloccato tutto improvvisamente, con la solita moratoria balneare che pulisce i pensieri e rimanda al riflessivo autunno. Ebbene, come spesso accade in questo funambolico Paese, arriva una svolta improvvisa quanto inutile, se gli obiettivi sono quelli di recuperare soldi in nome dell’equità. Dal prossimo 16 ottobre infatti sarà pagato un balzello sui pernottamenti effettuati a partire dal 12 settembre e per chi non lo farà scatteranno le sanzioni. A segnare la conclusione del periodo in cui il fisco ha chiuso un occhio è stata l’Agenzia delle Entrate con una circolare e per i periodi precedenti, a causa della fase di incertezza dovuto all’avvio delle norme, si è deciso di applicare lo Statuto del contribuente con una moratoria sulle sanzioni. Ma non sui dati: dovranno infatti essere inviate al fisco le informazioni sulle locazioni a partire dal primo gennaio.

La nuova normativa che prevede la tassazione con una cedolare secca del 21%, riguarda solo gli affitti sotto il mese e tra privati. A pagarla, ed è questo l’aspetto più controverso, dovranno essere gli intermediari che trattengono il tributo. Non può quindi essere applicata su affitti fatti o sottoscritti da società. Si applica solo su attività di locazioni brevi, che hanno come servizi accessori cose limitate come l’uso della biancheria, il wi-fi, il riscaldamento o l’aria condizionata. Non vale inoltre se nei servizi si fanno pagare anche la colazione o il pranzo, l’auto a noleggio o un interprete. L’intermediario per versare l’importo deve poterlo trattenere. Ecco così che non va pagato nulla se il pagamento dell’affitto viene fatto con un assegno dell’affittuario intestato al proprietario che però non sfuggirà al pagamento quando presenterà la dichiarazione dei redditi.

Un migliaio in Provincia fra affittacamere, appartamenti, b&b, casa vacanze, di cui 400 nel solo comune capoluogo, aspettavano la mannaia ma va spiegato a chiare lettere chi dovrà farlo e chi no: “Chi possiede la partita iva e gestisce delle attività paga le tasse in modo normale – chiarisce Gianluca Bianchi, referente turismo della Confcommercio spezzina -, come ha sempre fatto. Poi c’è il privato cittadino che affitta la propria abitazione ai turisti e che va avanti con il vecchio sistema, portando al commercialista o al patronato le ricevute dell’anno precedente. Diciamo che il governo si è svegliato d’improvviso, quando ha notato che esistevano pochissime ricevute prodotte dalle strutture recettive in rapporto alla prenotazioni dei voli aerei e dei tour turistici”. E così una misura pensata bene finisce per servire a poco: “Per loro di fatto la tassa non vale, era stata ideata con un’ottima finalità ma è stata applicata male. Dal 16 ottobre soltanto agenzie immobiliari e intermediari saranno a pagare la cedolare secca. La nostra idea alternativa era semplice: dal 1° gennaio 2018 cedolare secca per tutti”. Il rischio è che alla fine pochissimi siano coinvolti, alla faccia della volontà di recuperare i soldi da chi fa nero: “Sarebbe bastato che le piattaforme, che siano Airbnb o Booking o una delle altre, quando prende prenotazione fai da intermediario sulla prenotazione stessa e anche sui soldi, girando contestualmente il 21 per cento allo Stato. Così si potevi risolvere subito il problema e in secondo luogo quel gettito fiscale sarebbe tornato nelle tasche degli host mese per mese permettendo di avere una preziosa liquidità a disposizione. Magari qualche portale avrebbe aumentato l’aliquota, come succede in altri paesi ma almeno sarebbe servito a qualcosa” – conclude Bianchi.

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