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"astrid kirchherr with the beatles"

La Fondazione apre le porte ai "Fab Four"

La mostra della fotografa tedesca racconta una faccia più intima dei quattro di Liverpool. Che prima di diventare un'icona senza tempo della musica, erano cinque. Le immagini dei cosiddetti "Hamburg Days".

All’inizio quei cinque, perchè erano cinque, ragazzotti di Liverpool vestiti come degli Elvis Preasly, non avevano la più pallida idea di cosa fosse lo stile che li avrebbe poi contraddistinti per un decennio di successi, quanto basta per rimanere icone indelebili in tutto il mondo. Inaugura domani alle 18 alla Fondazione Carispezia la mostra “Astrid Kirchherr with the Beatles”, una retrospettiva che ripercorre la storia degli anni formativi dei Beatles nell’Amburgo del dopoguerra – i cosiddetti “Hamburg Days” – attraverso gli scatti della fotografa tedesca che non solo immortalò il gruppo negli anni iniziali della carriera, ma ne influenzò profondamente lo stile trasformandolo in quello che tutti oggi conosciamo. L’esposizione, a cura di ONO arte contemporanea in collaborazione con Ginzburg Fine Arts, sarà visitabile a ingresso libero, fino al 17 giugno e presenterà una ricca serie di scatti, la maggior parte in bianco e nero: dal primo vero e proprio servizio fotografico del gruppo a momenti privati che ripercorrono la stretta relazione tra i Beatles e la fotografa, oltre che la storia di un luogo e un periodo fondamentale per la band che ha cambiato la storia della musica pop.

Astrid Kirchherr incontra per la prima volta i Beatles nel 1960 in uno dei molti locali di Amburgo in cui le giovani band britanniche suonavano rock’n’roll tutta la notte. La formazione era allora composta da John Lennon, voce e chitarra, Paul McCartney, voce e chitarra, George Harrison, chitarra, Pete Best, batteria e Stuart Sutcliffe, basso: cinque ragazzini di Liverpool – Harrison non era neanche maggiorenne – conosciutisi a scuola e in cerca di un po’ di denaro e un po’ di esperienza oltremanica. La Kirchherr, all’epoca studentessa al Politecnico e assistente del celebre fotografo Reinhart Wolf, rimase subito affascinata dalla presenza scenica e dalla qualità del gruppo, che alternava cover dei grandi classici del rock alle proprie primissime canzoni. L’amicizia tra Astrid e i Beatles crebbe in fretta e durò per molti anni: fu proprio lei che introdusse il gruppo all’arte e alla letteratura esistenzialista e che ne rivoluzionò il look grazie al suo spiccato senso stilistico: le giacche di pelle, gli stivali alla texana e i capelli con la banana lasciarono presto posto a completi, camicie e al più minimale taglio a caschetto che anche la fotografa sfoggiava e che sarebbe diventato presto uno dei simboli della band.
I Beatles e la Kirchherr rimasero legati da una profonda amicizia anche dopo la morte improvvisa di Stuart Sutcliffe, con cui la fotografa si era legata sentimentalmente e che aveva lasciato la band per rimanere con lei ad Amburgo e seguire una carriera nel mondo della pittura. Da allora i Beatles rimasero in quattro e presto Pete Best venne sostituito da Ringo Starr. La fotografa fu una delle poche che poté seguire il gruppo anche negli anni successivi, quando ormai erano all’apice della carriera e la Beatlemania era esplosa in tutto il mondo, regalandoci scatti memorabili ma anche intimi e privati, tra vacanze rubate e weekend in giro per l’Europa.
Astrid Kirchherr nasce nel 1938 ad Amburgo. Il padre era un venditore di auto e la madre una casalinga con uno spiccato senso della moda e del design. L’esposizione di Astrid all’arte, fin dalla tenera età, la spinge a intraprendere una carriera nel mondo del design e dell’illustrazione. Nel 1960 Astrid incontra i Beatles e inizia a fotografarli. Oltre alla sua collaborazione con Reinhart Wolf e i Beatles. scatta ritratti di molti musicisti di rilievo. come Tony Sheridan. Rory Storto, The Undertakers. Herrnan’s Hermits e molti altri. La mostra “Astrid Kirchherr with the Beatles” è accompagnata da un omonimo catalogo, edito da Damiani, disponibile al bookshop della mostra sia in lingua italiana che in inglese.

Alla preview odierna sono intervenuti Vittorio Bracco, direttore generale Fondazione Carispezia, Benedetta Marietti, consulente culturale Fondazione Carispezia, Vittoria Mainoldi, Ono Arte Contemporanea – curatela mostra
Kai-Uwe Franz, collaboratore e amico personale della fotografa. Un messaggio lo ha voluto mandare anche Matteo Melley, Presidente della Fondazione Carispezia: “La mostra Astrid Kirchherr with the Beatles prosegue il percorso della Fondazione dedicato alla valorizzazione e conoscenza della fotografia. con particolare attenzione all’opera di artisti contemporanei. Accanto alle mostre invernali – volte a mettere in luce la valenza del linguaggio fotografico come mezzo per raccontare l’attualità e la realtà odierna di altri paesi – quelle organizzate nel periodo primaverile affrontano tematiche che attingono all’immaginario collettivo. avvicinandosi alle passioni che accomunano generazioni differenti e coinvolgendo un pubblico trasversale. Negli ultimi tre anni il filo conduttore di queste mostre è stata la volontà di valorizzare la nascita di icone pop contemporanee: dopo David Bowie & Masayoshi Sukita: Heroes nel 2016, omaggio al Duca Bianco scomparso nello stesso anno, e Walter Bonattí. Fotografie dai grandi spazi, che ha presentato nel 2017 gli scatti del grande alpinista, scrittore e fotoreporter. l’esposizione Astrid Kirchherr with the Beatles vuole essere un tributo alla band che ha cambiato la storia della musica pop. La mostra, dedicata al periodo di formazione iniziale del gruppo nella città di Amburgo e al suo rapporto con la fotografa tedesca che tanto ne ha influenzato lo stile, potrà aiutare a comprendere meglio sia le origini della cultura pop in Europa che lo straordinario fenomeno socio-culturale rappresentato dai Beatles”.

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