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Affido condiviso

"Femministe contro, ma in Europa certe riforme le fa la sinistra"

Il senatore della Lega Simone Pillon ieri sera a Lerici, tra le polemiche. Il sindaco Paoletti: "Non condivido molte sue posizioni, ma confronto sempre positivo". Presente una delegazione di papà separati.

Per un po’, visto che Palazzo civico alle nove passate era ancora chiuso, si è pensato che l’incontro in sala consiliare con il senatore leghista Simone Pillon fosse stato annullato o spostato, magari per aggirare il centinaio di contestatori che si è raccolto davanti al Comune attaccando il Ddl Pillon sull’affido e le idee del parlamentare del Carroccio su famiglia, aborto, unioni civili. Invece no: verso le nove e venti il senatore è comparso e, guardato a vista da carabinieri e Digos, si è avvicinato agli accaldati manifestati. Un accenno di confronto a muso duro, giusto un paio di minuti di incomunicabilità. Poi Pillon è salito in Comune, mentre i manifestanti – tra questi, numerosi volti della politica progressista locale – hanno fatto sentire le loro ragioni fino dopo le dieci di sera. Qualcuno è salito ad ascoltare per portare in sala consiliare un composto dissenso, corroborato da un paio di manifesti.

Di fronte a una cinquantina di presenti – tra cui volti noti leghisti quali la senatrice Stefania Pucciarelli e il segretario provinciale Fabrizio Zanicotti -, ha aperto l’incontro l’assessore alla Famiglia Laura Toracca, che ha innanzitutto ringraziato l’associazione Lerici domani, soggetto organizzatore della serata, “perché dà modo di porre domande a un senatore e approfondire un importante Disegno di legge”. Ha poi precisato che “la sala consiliare è aperta a chiunque voglia esprimersi. Il dialogo fa cultura. Oggi abbiamo il senatore Pillon, domani magari avremo qualcuno con idee ben diverse”.

Atteso l’intervento del sindaco Leonardo Paoletti, che nei giorni scorsi si era detto sorpreso per aver visto il suo nome sul volantino di Lerici domani legato all’iniziativa. “Non condivido le posizioni del senatore Pillon su molti aspetti, per esempio su divorzio e aborto: io non sono un proibizionista. Ma concordo con il senatore sulla necessità di uno Stato più vicino ai cittadini, per mettere in condizioni quest’ultimo di vivere pienamente la sua vita e le sue aspirazioni. Questa sera per Lerici è un arricchimento. Confrontarsi è importante e non c’è niente di peggio dell’intolleranza. In Italia per troppo tempo la politica è stata scontro, quando invece dovrebbe essere privilegiato il confronto”.

Fabio Scorretti, presidente di Lerici domani, ha affermato che l’associazione “come già avvenuto in passato, ogni qual volta si parli di famiglia e di provvedimenti che alla famiglia sono legati, si sente interpellata”.

S’è poi fatta l’ora del senatore Pillon. “Ai media – ha esordito – fa comodo chiamare il Disegno di legge ‘Ddl Pillon’, fa comodo attaccare una sola persona usando il veterofemminismo. Ma il documento porta le firme di otto senatori, metà della Lega, metà dei Cinque stelle, in esecuzione del contratto di governo, che prevede una seria riforma del diritto di famiglia. Vogliamo che non sia più permesso che ci siano bambini orfani di genitori viventi”. E mentre dabbasso arrivavano i canti, le scampanellate e i cori e i manifestati, Pillon assicurava che “Siamo pronti ad ascoltare chi vuole parlare, non chi muggisce. Prima, di sotto, ho cercato il confronto, qualcuno mi ha anche dato la mano. Ho pensato anche di parlare dal balcone, ma l’ultima volta che uno l’ha fatto in Italia poi non è andata benissimo. Quel che è sbagliato è buttarla sullo scontro ideologico, che io non voglio né cerco”.

Pillon ha voluto sgombrare il campo “da tante vaccate che sono state dette sul Ddl: ad esempio l’aborto non c’entra nulla, non se ne parla minimamente. Poi certo, io sono da sempre un pro life, ma questo è un altro discorso. E poi si sono dette bugie sull’assegno di mantenimento: non è scritto da nessuna parte che il Ddl vuole abolirlo!”.

Un paio di punti cardine del Disegno: “Il Ddl interviene su quel 20 per cento di separazioni non consensuali. In questi casi vogliamo subentri la mediazione. Non possiamo delegare tutto a una magistratura che in Italia non è adeguatamente specializzate. Altro passo cruciale è il tempo. Occorre salvaguardare il tempo che il bambino trascorre con ogni genitore. Se a un bimbo chiedi a chi vuole più bene tra mamma e papà, lui ti risponde a entrambi. Pensare che qua dicono che il Ddl Pillon è una roba di destra, ma nel resto d’Europa la battaglia per i tempi paritetici l’hanno fatta le femministe, pensiamo ad esempio alla socialista Segolene Royal in Francia”.

L’ultima parte dell’incontro ha accolto un paio di interventi da parte del pubblico, in particolare di Franca Passoni e Frida Alberti (del direttivo ligure del Movimento per l’infanzia), entrambe critiche verso il Ddl. Presente anche una delegazione dell’associazione Papà separati La Spezia, che a margine della serata ha chiesto al senatore Pillon impegno per la tutela della categoria.

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