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"scolmatore progetto di prospettiva"

Moggia: "Dobbiamo imparare a programmare i flussi, non a chiuderci"

Il sindaco uscente di Monterosso, candidato per un secondo mandato, illustra le sue proposte sui temi della manutenzione del territorio, della sicurezza, del turismo e dei rapporti con il Parco.

Emanuele Moggia

Cinque anni fa ha messo per la prima volta piede all’interno della Sala del consiglio comunale per giurare in qualità di sindaco di Monterosso. Emanuele Moggia, monterossino doc e ingegnere delle telecomunicazioni, dopo cinque anni intensi si candida a 44 anni per il secondo mandato, sempre alla guida della lista “Monterosso Bene Comune”.

Quali sono, secondo lei, le priorità per un territorio come quello di Monterosso?
“La manutenzione e la sicurezza sono i temi più stringenti per il nostro territorio. Per centrare questi obiettivi sono necessari anche grandi progetti, come quello del canale scolmatore che abbiamo iniziato ad affrontare da qualche tempo. Si tratta di un percorso lungo e complesso, per un’opera colossale che è l’unica via per offrire garanzie a un territorio fragile. Abbiamo subito una tremenda alluvione nel 2011, una nel 1966 e i documenti storici ci dicono che anche all’inizio del Novecento ci fu un evento simile. Di fatto ogni 50 anni si verificano eventi meteorologici di grave entità. Si parla spesso di opere per la riduzione del rischio, ma l’unica soluzione per Monterosso è proprio il canale scolmatore che intercetti il Torrente Morione a metà dell’abitato e scarichi direttamente a mare. Si tratta di un intervento da 10/12 milioni di euro, che si può affrontare solamente con risorse ministeriali o governative. Da parte nostra abbiamo messo in campo la lungimiranza per avviare qualcosa di grande che potrà avere una grande importanza per le prossime generazioni. Ma, come dicevo, è un lavoro complicato, che deve essere portato avanti con competenza. Per il momento abbiamo stanziato 80mila euro per i sondaggi geotecnici e geognostici sulla montagna lungo la quale scorre il torrente. I dati raccolti serviranno per realizzare il progetto preliminare (al quale dovranno seguire il definito e l’esecutivo) per il quale abbiamo già messo a bilancio 100mila euro lo scorso febbraio. Quando la prima fase della pianificazione sarà pronta verrà realizzato il progetto definitivo: abbiamo già l’intesa con la Regione, che ci aiuterà nel reperimento delle risorse necessarie. De Gasperi diceva che i politici devono guardare alle prossime generazioni, non alle prossime elezioni, ed è quello che abbiamo fatto e che continuiamo a fare, visto che non credo proprio che sarò io il sindaco che riuscirà a portare a termine questa opera, anche nel caso di un secondo mandato. Non so se i miei figli o i miei nipoti potranno vedere lo scolmatore concluso, ma se così sarà avranno la garanzia di essere al riparo dagli effetti di eventi catastrofici. Avverto il merito e l’orgoglio di aver iniziato questo cammino di prospettiva per tutta la comunità”.

Il tema dei flussi turistici alle Cinque Terre. La ricetta perfetta non sembra esistere, quale indirizzo proporrebbe di seguire?
“Questo argomento è stato spesso affrontato con dichiarazioni roboanti e titoloni sui giornali, ma credo che questa non sia la strada corretta. Parlare di numero chiuso e di ordinanze sindacali crea solamente bulesume: ci sono diritti che non possono essere tolti ai visitatori se non in casi di assoluta emergenza. Per questo abbiamo proposto di realizzare un centro unico di prenotazione per i gruppi, abbinato alla vendita della Cinque Terre card. Per gli operatori sarebbe così possibile verificare il numero di persone presenti nei paesi in una determinata fascia oraria, potendo così scegliere di visitare un altro borgo o di modificare l’orario di arrivo per avere la certezza di portare i loro clienti in un luogo in cui non ci sia una eccessiva concentrazione di persone e di cui si possa avere un bel ricordo. Anche per i residenti, ovviamente, questo sarebbe un risultato molto importante. La distribuzione nel tempo e nello spazio può essere una risposta, non il numero chiuso. Dobbiamo imparare a programmare, come si fa in musei e teatri, dove gli spazi e i posti a disposizione sono limitati. Al Teatro alla Scala ci sono duemila posti a sedere e oltre a quelli non si può andare. I tour operator lavorano con grande anticipo sulle prenotazioni e dunque questa proposta, già avanzata al Mibac e alla Regione, si sposerebbe anche con le loro necessità. Magari attuando questo progetto non si arriverà alla soluzione di ogni criticità, ma può essere almeno un punto di partenza. Non possiamo affrontare quella che è ormai ordinaria amministrazione con strumenti propri di situazioni emergenziali. Territori come le Cinque Terre, presi d’assalto dai turisti in alcuni periodi dell’anno, dovrebbero poter mettere in pratica leggi ad hoc, che consentano per esempio di sanzionare quei gruppi che dovessero essere sorpresi senza la necessaria prenotazione”.

Quello del Comune unico delle Cinque Terre è stato uno degli argomenti più dibattuti nel corso degli ultimi anni. Qual è la sua posizione in merito?
“Il Comune unico deve essere il nostro futuro, è naturale. Siamo meno di 5mila abitanti suddivisi in tre amministrazioni. Abbiamo problemi del tutto simili ed è sciocco dividere le forze per affrontarli. Il problema che si riscontra è quello dei campanilismi e delle fasce tricolore, ma ci sarebbero risparmi e una gestione più efficace se avessimo un unico consiglio comunale, un solo comandante della Polizia locale e anche un unico sistema di Protezione civile”.

I rapporti tra il Comune e il Parco. Come valuta il lavoro di Via Discovolo degli ultimi anni? Quale modello dovrebbe seguire l’ente Parco secondo lei?
“Mi auguro una buona collaborazione con la futura presidente Donatella Bianchi rispetto ai temi delle competenze e delle funzioni reciproche. Se ci sono mescolanze o sovrapposizioni non si arriva in fondo a nessun problema. I Comuni hanno precise finalità e il Parco ha un ruolo che non è necessariamente quello di fare sintesi. L’auspicio è che le istituzioni lavorino con onestà intellettuale con uno spirito di servizio a favore delle comunità lasciando da parte personalismi o influenze politiche. Parliamo di amministrazione, non di politica”.

Cosa promette ai cittadini di Monterosso?
“Non prometto niente di specifico. L’unica promessa che faccio sempre è quella di essere una persona che metterà tutto l’impegno possibile nel cercare di fare le cose al meglio, con onestà e trasparenza. I politici che promettono non sono seri: non si sa mai quali sono le condizioni che ci saranno domani e si rischia di non essere stati onesti, magari nemmeno per propria colpa”.