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Politica

Fusione a tre in Riviera, l’idea c’è: "Porterebbe 700mila euro all’anno"

Nel 1999 Deiva ci provò con Framura. Insoddisfazione verso l'unione a quattro nata nel 2014. Ma Resasco assicura: "Gli accorpamenti fatti funzionano".

Il cimento invernale a Deiva Marina

Bonassola, Deiva marina e Framura fuse in un unico Comune? L’idea c’è. I tre sindaci – Giorgio Bernardin di Bonassola, il deivese Gianluigi Troiano e il framurese Andrea Da Passano – una chiacchierata in questo senso, nei giorni scorsi, se la sono fatta. I tre Comuni rivieraschi contano complessivamente poco meno di 3mila residenti: Deiva ne ha 1.400, Bonassola un po’ più di 800 e Framura rasenta i 700.

“Siamo all’inizio, c’è stato soltanto un incontro tra sindaci la settimana scorsa – spiega il primo cittadino Troiano, alla guida di una maggioranza di centrodestra -. Ci siamo riservati di affrontare il tema ognuno nel proprio consiglio comunale, per poi, sulla scorta di quanto emergerà, rivederci e provare a impostare un percorso per portare avanti la fusione. Il primo passo sarà senz’altro informarci bene sull’iter da fare, sui vantaggi e gli eventuali svantaggi di una scelta di questo tipo. Dovranno essere poi organizzati dei consigli comunali congiunti e incontri con le popolazioni con il supporto di esperti. Se ci saranno i presupposti per continuare, sarà necessario convocare un referendum in ogni Comune. In caso di tre esiti positivi, occorrerà provvedere a tutti gli adempimenti burocratici per la fusione. Che comporterà un unico Comune, un solo sindaco, un solo segretario comunale… certo, nel caso, sarà importante mantenere il presidio dell’intero territorio, per esempio garantendo l’ufficio anagrafe per tutti e tre i comuni. Se il percorso non dovesse andare a buon fine, vorrà dire che non tutte le persone lo condividono. L’importante è che non sia una soluzione calata dall’alto”. Il primo cittadino deivese sottolinea anche un dato economico non trascurabile: “Con la fusione arriverebbero 6-700mila euro all’anno: non sono certo bruscolini”. Troiano l’idea di una fusione l’ha già carezzata lo scorso millennio. “Nel 1999 – spiega a CdS – avevo proposto, da sindaco di Deiva, una fusione con Framura, che poi non si era fatta. Però nello strumento della fusione ci credevo già vent’anni fa. Questo non vuol dire che faremo di sicuro la fusione di cui parliamo oggi”. Completa il quadro un giudizio non entusiasmante per quanto riguarda l’Unione dei comuni Cinque Terre-Riviera che, nata nel dicembre di tre anni fa, ha portato all’accorpamento di una serie di servizi tra Bonassola, Deiva, Framura e Vernazza. “Ha deluso un po’ tutti, anche chi l’ha spinta, come lo stesso governo. Qualche funzione è stata accorpata, va bene, ma non ci sono stati grossi risultati”.

Prudente il sindaco di Bonassola Giorgio Bernardin, centrosinistra. “Non c’è niente di deciso, abbiamo soltanto fatto una veloce chiacchierata tra sindaci – racconta a CdS -. Prima di ogni passo voglio parlarne con maggioranza, consiglio e popolazione. Sarà importante coinvolgere l’Anci per capire quali possano essere gli esatti vantaggi derivanti da una fusione. Con un punto fermo: non ci deve essere diminuzione del personale, i posti di lavoro vanno garantiti. Insomma, parliamone”. Sull’Unione a quattro nata tre anni fa: “Bisogna riconoscere che non ha tanta validità. C’è, vegeta. Io credo che sarebbe stato meglio imporre dall’alto un’unione differente, che andasse da Riomaggiore a Deiva. L’avrei vista bene, un’unione della riviera spezzina”.

Il sindaco framuerese Andrea Da Passano, centrosinistra, assicura che “c’è la volontà di approfondire il discorso della fusione. Sicuro ci sono molto vantaggi, ora dobbiamo capire se ci sono le condizioni per farla, se riusciamo”. Per l’ex consigliere provinciale “l’unione è una soluzione, per i piccoli comuni, per non morire. Il Legislatore parla sempre della bellezza dei piccoli comuni, li definisce delle eccellenze…. ma non li tutela. Con le fusioni i piccoli comuni possono essere rigenerati. Ad ogni modo, adesso ogni sindaco farà le opportune verifiche. Non stiamo decidendo niente, stiamo valutando”. E l’unione con Deiva, Bonassola e Vernazza, infine, per Da Passano “doveva produrre delle ottimizzazioni, ma di fatto non ha prodotto niente in questo senso”.

Attuale presidente dell’Unione a quattro è il sindaco di Vernazza Vincenzo Resasco, che tra le mani ha anche le redini del Parco nazionale delle Cinque Terre, chiamato a timonare il periodo di transizione tra il congedo di Vittorio Alessandro e la nomina del prossimo numero uno di Via Discovolo. “L’Unione a quattro – afferma Resasco – doveva convenzionare una serie di servizi. E, per quelli che sono stati convenzionati, le cose funzionano. Fusioni? Chiaramente l’eventuale fusione tra Deiva, Bonassola e Framura non riguarda Vernazza, che comunque non ha alcuna intenzione di fondersi con nessuno, almeno io penso che sia giusto così, perché sono tendenzialmente contrario alle fusioni. Non mi piace l’idea del comune unico. Stavamo invece lavorando a un’unione dei Comuni delle Cinque Terre, ma al momento non ci siamo riusciti”.

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