Si inserisce nel dibattito calcistico anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, che ieri è intervenuto a Radio Sportiva sul momento caotico del calcio:
"Chi ha incarichi di governo dovrebbe sapere che il problema non è Cristiano Ronaldo o Ibrahimovic, ma l'indotto del calcio e dello sport in generale che, se va bene, porta a casa 1500€ al mese e quando si sente dire 'no' a prescindere, come se mondo del calcio fosse un tabù, evidentemente si arrabbiano. Non mi sembra di buon senso dire di no a prescindere. Nessuno pensa di riempire subito San Siro, ma come altri paesi europei ragionare su una graduale e parziale riapertura significa pensare a circa 300mila posti di lavoro e se non si riaccende la macchina sono altri soldi che lo Stato dovrà tirar fuori. La ripartenza dello sport sarebbe un bel segnale di comunità, il ritorno agli allenamenti di Pellegrini, ad esempio, è un piccolo segnale di normalità".
"L'ultimo dei problemi, giusto giocare in zone più sicure se ci sono, l'importante è avere le possibilità per ricominciare in sicurezza. Deve essere studiato un protocollo ad hoc per il calcio. Tante società hanno voglia di ricominciare, un no pregiudiziale non aiuta".
Chi dice no a prescindere al calcio riesce a trovare 1 miliardo per il settore calcio-sport? Sarebbe saggio ragionarci fino in fondo, non possiamo permetterci di perdere migliaia di posti di lavoro".