Zona Franca
Sgorbi e Sgarbi
Oggi vorrei raccontarvi un secondo di una scoperta che ho fatto aimè solo ieri (chiedo venia per l'ignoranza): il reality show di Flavio Briatore.
Pare, dalle puntate che ho potuto vedere, che si sia messo in testa di far diventare uno spettacolo a premi l'assunzione di un giovane disoccupato, prendendo in giro senza tanti complimenti la sfortuna di chi sia nato in questo secolo senza chiamarsi Natan Falco e solo con una laurea in mano. Mette questi partecipanti alla prova,
i quali dovranno dimostrare oltre a creatività e intraprendenza, anche praticità e manualità nel gestire i lavori più semplici. In più dovranno dimostrarsi reattivi, agire correttamente sotto pressione e saper lavorare efficacemente in team.
Una roba che diciamocela tutta, parrebbe l'ennesima farsa mediatica, ma che proprio in questi giorni mi ha causato un "shogno" o più che altro un incubo.
Ho sognato Federici che per chi mi leggesse da fuori e non lo sapesse è lo sfortunato sindaco di La Spezia (l'aggettivo sta per un difetto di presenza di spirito e umiltà, non di sorte) il quale si è trovato a sorprendersi per la rivolta di una cittadina sonnacchiosa, per quei tre o quattro pini che aveva in mente di tagliare tenendo fede ad un progetto per il quale l'unione europea ha già stanziato dei fondi. La cosa ancor più vaga è come mai tutti si ostinino a dire che quegli archi colorati di cemento da impiantare al posto dei centenari alberelli siano così orrendi, visto a lui piacciono un bel po'. Ma il mio shogno non era incentrato sul discutibile gusto estetico del suddetto sindaco (che se li facesse nel tinello di casa sua poi, gli archetti colorati) ma sulla collaborazione. Io dico, c'è arrivato persino Flavio, il quale non mi sembra proprio un laureato in astrofisica con master sui quanti, a capire che la chiave è la comunicazione e questo nulla, mi si impunta sui cubetti, sui culi e sulle spianate di cemento.
Ma allo spezino, gli alberelli piacciono. La propria storia tutto sommato piace, e non mi sembra il caso di continuare ad ignorarla dando in mano progetti ad artisti che già ad un occhio inesperto come il mio, diano la netta sensazione che un giro in centro non se lo siano mai fatto.
Probabilmente quel rumore che sentiva sotto la sua finestra lunedì il caro sindaco, non erano le onde del mare, ma dei coraggiosi che si sono buttati in strada per salvare quei quattro alberelli che inspiegabilmente non vogliono si tagli. E, azzardo, non so quanto lo abbiano fatto per amore fraterno floristico, quanto per un senso di dignità cittadino, un vago sentore di consapevolezza che l'ennesima spianata di cemento, fa solo risaltare molto di più le merde dei cani.
Questi sono veri e propri Sgarbi che vengono inflitti al volto di una città che avrebbe molto da raccontare, ma per la quale si è optato di toglierne le radici e sostituirle con cemento colorato.
"Mi dispiace sindaco ,hai voluto fare arte giocando con il calcestruzzo ed il marmo togliendo un minimo di orgoglio alla nostra città? Sei fuori"
P.s. consci del fatto che sia un progetto vecchio di 5 anni, facciamo ammenda che se la città sia caduta dal pero forse, è a causa di qualche difetto comunicativo.
P. p. s. non sono contro il rinnovamento, sono contro le brutture di cemento, come il kennedy.
Giovedì 20 giugno 2013 alle 18:52:01
Francesca Benelli
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