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Chiamata 8 - La Passeggiata Morin e il Palio del Golfo
La Passeggiata Morin e il Palio del Golfo
La passeggiata Morin alla Spezia, con la sua doppia fila di palme, il mare davanti, le barche ormeggiate e, in lontananza, dietro il porto commerciale, le Alpi Apuane, è uno dei luoghi più emblematici e rappresentativi, per spezzini e non, della nostra città.
Il Palio del Golfo, giunto alla sua 93 edizione, è la tradizione popolare più partecipata, insieme alla Fiera di San Giuseppe. Inutile fare gli snob, in un modo o nell’altro questi due appuntamenti scandiscono la nostra vita di spezzini.
Come tutti gli anni, da che io ricordi, al centro della Passeggiata Morin viene allestita la tribuna d’onore, dalla quale autorità locali e personalità competenti assisteranno da postazione privilegiata alla disfida remiera.
Ho letto oggi, sul sito del Palio, la possibile motivazione dell’inizio della tradizione e il suo perdurare mi affascina e inorgoglisce. Tuttavia, non capisco perchè si senta la necessità, in quest'occasione (ma succede spesso anche in altri momenti dell’anno) di intervenire a modificare lo spazio della passeggiata: sotto le bellissime palme sono ora presenti container che ospitano offerte gastronomiche, eventi musicali e promozione di associazioni e attività varie, che poco o nulla hanno a che vedere con il palio, la sua storia e quella della nostra città e della sua passeggiata.
Se i container ci ricordano le redditizie attività commerciali del golfo (per altro basta volgere lo sguardo al mare per vederli impilati in buon ordine e con i loro tanti colori sulla sponda di levante), posizionati a lato o in mezzo alla passeggiata ne ostruiscono la prospettiva visuale così piacevole e non contribuiscono in alcun modo ad innalzarne il decoro.
Mi occupo di arte contemporanea e cultura in generale. Posso assicurare di aver visto così tante volte il riutilizzo di container per scopi artistici, con risultati più o meno interessanti. Colui che li ha fatti assurgere a veri e propri monumenti è l’architetto belga Luc Deleu, che già dagli anni Settanta con il suo T.O.P. Office, li usa come moduli per installazioni temporanee o permanenti in città europee e non. Ne risultano dei monumenti che talvolta richiamano le strutture primitive dei dolmen preistorici o forme semplici (vedi la croce per la manifestazione irlandese di EV+A del 1994), creando così un cortocircuito tra presente tecnologico e mercantile e passato di superstizione e speculazione scientifica, ma anche tra reimpiego creativo di oggetti di uso quotidiano e considerati, sin dagli anni settanta, simbolo di una crescente globalizzazione.
Non potendo sperare di contattare Mr. Deleu, mi accontenterei del palco d’onore in tubi innocenti e, perché no, del grande schermo su cui passano le immagini festanti delle passate edizioni. Tutto il resto è inutile e di poco pregio. Il nostro golfo non ne ha bisogno.
Il Palio lo guarderò come tutti gli anni in tv o ne seguirò la cronaca online.
Che vinca il migliore e poi tutti a vedere i fuochi!
Domenica 5 agosto 2018 alle 11:32:39
Francesca Cattoi
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