L'utente del territorio
Ripartire dalla terra per tornare a competere
Dare un po' di redditività ai terreni agricoli mirando allo sviluppo delle aree rurali. I proprietari di immobili in zone agricole stanno vivendo una lunga fase di disorientamento, che con il passare del tempo porta all'abbandono dei terreni e dei fabbricati rurali. Con la conseguente perdita di valore degli immobili e l'impoverimento del territorio, sul quale incombe la questione dei cambiamenti climatici con tutte le indispensabili azioni di adattamento e mitigazione che devono essere messe in pratica quanto prima.
Nei giorni scorsi il Consiglio nazionale delle Ricerche ha divulgato i dati di uno studio che ha dimostrato il collegamento tra siccità e aumento delle superfici coinvolte dagli incendi boschivi. Gli studiosi prevedono per i prossimi anni un incremento delle aree bruciate proprio a causa dei cambiamenti climatici. L'emergenza incendi di questi giorni è dettata anche da fattori estranei al clima e ai piromani, intesi questi ultimi come malati mentali. All'opera sono dei delinquenti che agiscono con propositi criminosi, sebbene è utile ricordarlo i terreni percorsi dal fuoco sono gravati da un vincolo di inedificabilità quindicennale. Inutile ribadire l'enorme rilevanza dei danni ambientali e dei costi vari che la comunità nazionale deve sopportare a causa del verificarsi degli incendi boschivi.
È pur certo che da sempre l'agricoltore è una vera e propria sentinella del territorio e le aziende agricole posso svolgere un ruolo attivo nella gestione sostenibile dei boschi, magari producendo energia da biomassa, contribuendo poi alla salvaguardia del suolo e della biodiversità. Senza dubbio la piccola dimensione delle proprietà rurali costituisce un ostacolo alla realizzazione di un progetto in tal senso. A questo si può rimediare aggregando le aziende agricole esistenti, nonché le persone interessate a mettere a reddito i propri terreni oppure ad avviare nuove imprese. In pratica creare una filiera che costituisca una massa critica in grado di competere sul mercato e capace di valorizzare i prodotti di qualità ed il territorio dove questi vengono generati.
Insomma, sarebbe bene agire per tempo, elaborare progetti locali che promuovano azioni integrate all'interno delle zone agricole e negli ambiti più vari, dai prodotti tipici al turismo, dalla cultura ai servizi alla persona. Mirare alla creazione di tante piccole imprese agricole interconnesse fra loro, ben diversificate e quindi nel loro insieme multifunzionali. In definitiva una cosa per tutti e non soltanto per pochi, un qualcosa di comprensibile e sopratutto accessibile a chiunque abbia voglia di fare. Facendo nascere nuove opportunità di lavoro, per giovani e meno giovani, riallacciando i fili del passato rurale dell'economia del nostro Paese, nel solco della tradizione ma con tutti i vantaggi scaturiti dalle tecnologie moderne.
Sabato 15 luglio 2017 alle 05:00:00
Fabio Pini
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