L'utente del territorio
L'insostenibile peso della fiscalità immobiliare
Un dato è certo, a partire dal 2011 la tassazione sugli immobili urbani è aumentata più del doppio. Questo onere pesantissimo, che a detta del legislatore dell'epoca doveva essere temporaneo, è stato invece confermato da tutti i governanti che si sono succeduti, compresi gli attuali, nonostante il persistere di una crisi economica che pare non avere fine. In questo modo non si colpiscono soltanto i risparmiatori virtuosi, che hanno creduto ed investito nel mattone, ma si pregiudica lo sviluppo del mercato della locazione abitativa e commerciale, con il risultato di rendere più difficile e gravosa l'esistenza ai cittadini.
Infatti, i potenziali conduttori di immobili evidenziano crescenti difficoltà a corrispondere i canoni di locazione attesi dai proprietari, sia che si tratti di alloggi e sia che si tratti di negozi. La capacità di spesa reale dei potenziali conduttori è ridotta rispetto a quella che esisteva nei primi anni 2000. D'altra parte chi possiede un appartamento o un fondo commerciale ha visto lievitare i costi di gestione, soprattutto a causa dell'incremento delle tasse e delle imposte sugli immobili. Così facendo la domanda e l'offerta si allontanano sempre più, con la conseguenza che chi cerca in locazione un alloggio dove metter su famiglia o un negozio dove avviare un'attività lavorativa, sono sempre più impossibilitati a realizzare il loro progetto di vita. In Italia è praticamente scomparso chi acquista un immobile da mettere a reddito. Questo è un evidente danno per l'intera collettività, perché costituisce un freno alla crescita socio-economica del Paese. Il tutto è confermato da recenti studi della Banca d'Italia, del CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali) e di Nomisma (società di studi economici), i quali evidenziano come debbano cambiare le politiche abitative nelle varie comunità locali, così come avviene in Inghilterra e Germania.
Quindi il Governo e le amministrazioni comunali dovrebbero impegnarsi a ridurre la pressione fiscale sugli immobili, consentendo così ai proprietari di abbassare le loro legittime pretese. In questo modo si agevolerebbero anche i conduttori, che potrebbero avere maggiori opportunità e delle concrete possibilità di vedere soddisfatti i loro bisogni abitativi o imprenditoriali. L'effetto sarebbe quello di rilanciare il mercato immobiliare della locazione, con notevoli benefici per il settore dell'edilizia, da sempre potente propulsore dell'economia nazionale e vero motore dello sviluppo territoriale. Riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente e riduzione della pressione fiscale sugli immobili urbani, questa potrebbe essere una soluzione di buon senso per rivitalizzare i centri abitati e incrementare il benessere diffuso.
Sabato 1 luglio 2017 alle 05:00:00
Fabio Pini
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