L'utente del territorio
Fare rete ma di vicinato
Creare un gruppo di condomini per perseguire obiettivi di finalità sociale senza alcun intento lucrativo. Un sogno? Pensando alle assemblee del fabbricato sembra un'illusione. Eppure funziona. Nel nostro Paese esistono già esperienze diffuse di “social street”. Per capirci stiamo parlando di una rete di vicinato. L'unione di persone si crea di fatto, iniziando a condividere interessi e problemi da risolvere, per superare insieme le tante difficoltà quotidiane. La cerchia non ha confini fisici, può comprendere cittadini di palazzi diversi, ma che vivono nella stessa zona. Per ritrovarsi va bene qualsiasi luogo all'insegna della gratuità, per esempio un cortile oppure un giardino, un'ospitale soffitta ristrutturata o un'accogliente taverna. In definitiva che cosa si condivide? Le conoscenze, il saper fare, le informazioni pratiche e di frequente utilità, ma non soltanto. Si possono creare momenti conviviali e festeggiare insieme ricorrenze, organizzare serate dedicate ai giochi da tavolo e cogliere l'occasione per far stare in compagnia chi abitualmente è solo come gli anziani. Per gli amanti della “tastiera” nessun pericolo di doversi allontanare da computer ed altri accrocchi elettronici. Fare un gruppo su Facebook e WhatsApp può favorire la comunicazione immediata fra i membri della rete di vicinato e costituire un buon legante. Nessun limite alla fantasia quindi, provare per credere, almeno così testimonia chi c'è riuscito. Forse un ritorno al passato, a quella vita di quartiere che oggi ci manca e che in qualche modo cerchiamo di ricostruire.
Sabato 9 luglio 2016 alle 14:30:00
Fabio Pini
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