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ESCLUSIVA - Karim Rossi, quadriennale da mozzo sulla barca di Vannucchi
Dopo la vittoria di Vercelli è il momento di trovare continuità di risultati per iniziare l'auspicata risalita. Contro la Salernitana, lo Spezia si presenta con alcune novità nell'undici titolare. Da segnalare la partenza di Karim Rossi, che nelle ultime ore di calciomercato ha firmato un quadriennale come mozzo sul nuovo peschereccio di Ighli Vannucchi.
Ad ogni modo, lo Spezia si mostra subito incisivo dall'inizio e l'atteggiamento sembra quello giusto. Si arriva alla prima frazione sullo zero a zero ma la sensazione è che si possa vincere senza patemi. Al minuto 20 della ripresa, tuttavia, nell'unica occasione avversaria ecco spuntare il classico centravanti senza nome, quello che ha giocato non mi ricordo bene dove, che ha segnato non mi ricordo a chi e che è costato non mi ricordo bene quanto. Una sua zuccata in mezzo alla mischia ci fa sprofondare nell'angoscia.
Ma è un sentimento che dura poco perché lo Spezia di questa sera non si scompone e con calma olimpica si riprende la partita. Perché nel calcio, come con le donne del resto, ci vuole pazienza.
Con mia moglie, ad esempio, è stato così.
Ricordo ancora benissimo quando la vidi per la prima volta. Se ne stava in piedi davanti al bancone del bar, bella come il primo maggio 2006, con i suoi riccioli biondi che le nascondevano, in parte, i lineamenti di un viso modellato per essere ammirato come uno striscione copri curva che piano piano viene srotolato per la coreografia di un derby; mentre io me ne stavo seduto nell'angolo più lontano del locale, enigmatico e misterioso come Treviso-Livorno del 2002, che già pregustavo di salutare quella triste parentesi della mia vita caratterizzata da quelle abitudini tipiche di chi è single da troppo tempo, che per non appesantire eccessivamente sulla lunghezza di questo pezzo mi limiterò ad abbreviare con l'acronimo S.E.G.H.E.
Ma non è stato facile, sia chiaro.
I primi tempi di corteggiamento la mia manovra era farraginosa e poco efficace, con lei che rendeva vano ogni mio tentativo di passare in vantaggio, di sbloccare il risultato. Sembrava Santoni nello spareggio del Bentegodi o Rubini con l'Alessandria. Pareva tanto uno di quelli zero a zero che non servono a nessuno; quelli che ti lasciano a metà classifica, in una posizione né carne né pesce. La sua vagina era protetta con un irritante atteggiamento difensivo alla Dominissini.
Per sbloccare certe situazioni, si sa, basta un episodio, come una svista della difesa, una punizione, un fuorigioco millimetrico non visto o magari una cena con i controcazzi in un ristorante di Porto Venere, accompagnata da una infinità di patetiche e ipocrite divagazioni su quanto sia irrilevante l'aspetto fisico di una donna se non accompagnato da una bellezza interiore e da una mente che possa valorizzarne l'insieme.
Pur non ritenendovi detentori di alcuna capacità preveggente, sono abbastanza sicuro che saprete quale di queste situazioni è stata per me decisiva.
Quella che mi ha fatto correre sotto la curva come Francolino Fiori a Carrara ed arrampicare dalla gioia alla sponda del letto come sull'inferriata del settore ospiti. Questa volta la scintilla della svolta ha un nome e un cognome: Luca Vignali.
Vent'anni, signori. Ha ancora tutti i denti da latte e scambia le figurine Panini quando il gioco è fermo. All'esordio assoluto in serie B, trova prima la zampata del pareggio e poi si procura il rigore del vantaggio. Dopodiché, a 5 minuti dalla fine si fa sostituire per finire i compiti in panchina e per bere la spremuta della mamma.
Si chiude con il tris di Sciaudone e si torna finalmente a sorridere, con una bella iniezione di fiducia ad un ambiente visibilmente provato dalle recenti delusioni. In settimana, come saprete, Corradino ha preso il timone della barca, che traghetterà fino a giugno; periodo in cui, si auspica, riusciremo ad avere un quadro più chiaro sul futuro delle nostre ambizioni.
In questo momento non ho voglia di dubitare delle intenzioni di Volpi, sia chiaro.
Ma questa situazione mi ricorda un po' quel cliente che ha proposto di pagarmi la parcella mediante l'emissione di assegni post datati, assicurandomi che la copertura degli stessi verrà garantita dall'eredità dei suoi genitori. Non è che non mi fido di lui, per carità, ma devo comunque fare i conti con un discreto coefficiente di incertezza. Nel senso che devo solo sperare che i suoi genitori mi facciano la gentilezza di morire nel frattempo.
Comunque voglio essere sincero con voi.
Quel ristorante di cui parlavo non era a PortoVenere.
A dire il vero non era neanche un ristorante.
Era un chiosco dove facevano gli sgabei.
Però il resto è tutto vero.
Lo giuro su Mastronunzio.
Martedì 2 febbraio 2016 alle 11:51:27
Luca Tronconi
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