LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Cronaca

"Diga Beach", il progetto vincitore nasce a Barcellona

Fra le cinquantotto proposte è stata scelta quella del duo Clementi-Hinners. Forcieri: "Se facciamo presto, già pronti entro prossima estate".

Il progetto vincitore per "Diga Beach"

Per la gente di porto che vive sul mare, stretta fra container e Arsenale, la distesa blu è pressoché un accessorio che si guarda distrattamente, se non mestamente, in quella che è la consueta fiera dei rimpianti di quello che poteva essere e non è stato. Perché è vero che gli scali portuali, di stampo prettamente mercantile, tolgono alle città gran parte della vocazione al terziario ma è anche vero che esistono esempi come Barcellona o Valencia, dove quanto meno esiste un equilibrio fra produttività, ambiente e ritorno economico.
Il progetto “Diga Beach” è una delle tante possibili (ma non risolutive, per la verità) risposte più antiche per tentare di riprendersi un pezzo di mare, inteso come superficie acquea balneabile: un intendimento che era stato messo in agenda fin dal primo mandato della giunta Federici, con tanto di primissimi rendering e presentazione lampo il giorno del Palio del Golfo di due anni fa.

Il progetto vincitore.
Un intervento minimale, che non va a modificare in modo sostanziale la diga. Il progetto Clementi-Hinners prevede una lunga passerella attigua alla scogliera che da levante porterà alla zona del faro rosso che guarda Santa Teresa: in fondo, un’area da circa 2500 metri quadrati con una piazza centrale e una grande spiaggia (la “spiaggia sud”), oltre alla ‘spiaggia a nord del golfo’ e alla ‘spiaggia di ponente’. Tre i pontili: quello di approdo di ponente, quello del ‘lungodiga’, quello ‘urbano’ che guarda la città capoluogo. Lungo la passeggiata della diga foranea sono previste anche due piscine: una aperta e una naturale. Un progetto minimale che, se non subirà variazioni sostanziali, non comporterà spostamento delle attività dei mitilicoltori che possono anzi fungere da volano turistico per chi vuole accedere all’isolla-scogliera.

Che non diventi un nuovo Mirabello.
Poi il discorso si è arenato fra progettualità complicate, dubbi legati all’incidenza del vento e quindi delle possibili mareggiate, ricollocazione latentemente contestata dell’area mitilicoltori. In tutto questo l’Autorità Portuale è andata avanti, lanciando il concorso di idee che è arrivato quest’oggi al suo capitolo finale. Il progetto che ha vinto porta la firma degli architetti Marzio Clementi, nato a Sondrio ma residente a Barcellona e Bjorn Olaf Hinners di Kiel, anch’egli della città catalana. Sono due trentanovenni che hanno elaborato il primo dei cinquantotto progetti presentati per la riqualificazione ad uso turistico della diga foranea, ideale punto di riferimento del Golfo dei Poeti: Clementi è lo stesso professionista che vinse il concorso internazionale d’idee per la copertura degli accessi alle stazioni del metrò di Torino.
A presiedere la commissione che ha stilato la classifica è stato l’ingegnere Davide Vetrala, che si è avvalso della collaborazione di tre docenti di architettura, delle università di Parma, Genova e Firenze: “Vince il progetto più equilibrato – ha spiegato l’ingegnere – che ha una caratterizzazione architettonica di valore con una sorta di carena di una nave che funge da passaggio pedonale coperto. E’ stato un concorso riuscito, c’è stata una grande partecipazione nazionale e internazionale”. Al 1° classificato un premio di 20mila euro, al secondo 15mila (il progetto spezzino dell’Arch. Fabrizio Esposito e Associati), al terzo 10mila euro (ex equo tra l’ATP con capogruppo l’Arch. P. Francesco Cevini di Genova e dall’ATP con capogruppo l’Arch. Andrea Menegotto di Treviso). La cosa più importante è che ‘Diga Beach’ non diventi un nuovo Porto Mirabello, area sostanzialmente ad uso privato, raggiungibile (economicamente soprattutto) da pochi e concepita per un uso elitario. E l’altro aspetto cruciale è che, per far decollare un’idea bella e innovativa come questa, è necessario che il sistema del trasporto marittimo venga non solo potenziato (come numero di corse), ma anche migliorato nella sua tentacolarità: non solo dunque Lerici, la Spezia molo e Porto Venere come moli di partenza, ma anche le frazioni della Costa dei Pirati e le marine del Levante, compresa Muggiano che, in linea d’aria, è certamente la più vicina alla diga stessa. Chiaro che, per cambiare la storia del trasporto sul mare in questo Golfo, ci vuole soprattutto la volontà politica di combattere i monopoli e creare le condizioni per le quali altre aziende possano essere interessate e mettersi a disposizione, creando concorrenza.

Forcieri: “Ora lavoro in commissione, entro estate 2013 diga già parzialmente operativa”.
Il presidente di Autorità Portuale, Lorenzo Forcieri, ha tracciato le linee del progetto e la filosofia che ne sta alla base: “La diga è un simbolo del golfo. L’obiettivo di questo concorso era chiaro: raccogliere idee e insieme ai comuni del golfo, scegliere un piano delle opere definitivo per permettere di arrivare entro fine anno al bando esecutivo. Ha vinto un giovane emigrato, credo che sia significativo in questo momento così complicato per il nostro paese. Ci sono tante cose interessanti nei cinquantotto progetti, tanto che avremmo voluto premiare tutti ma le normative non l’hanno consentito. Molte idee che non hanno vinto sono buone, mi piacerebbe tenere contatti con loro”. Prossimi step? “D’ora in poi si dovrà lavorare in commissione. Il tempo è determinante, perché entro la prossima stagione calda vorremmo che almeno parzialmente la diga beach funzioni. Al tempo stesso stiamo lavorando per calata Paita con l’intenzione di liberare la parte di levante della Morin, spostando battellieri e altri servizi in Calata Malaspina”.
Come si è risolto dunque il conflitto con i mitilicoltori che si erano allarmati di fronte ad un progetto che probabilmente li avrebbe necessariamente visti dislocati in altra zona? “Stiamo cercando nella risistemazione delle marine di levante altri spazi per la produzione dei mitilicoltori. E il ponte fra Mirabello e la Morin? Sono stati ultimati i lavori di consolidamento della banchina Revel. Rimangono da fare i piloni a mare e le strutture di ferro a terra. Vogliamo premere per concludere entro la prossima primavera. Il relitto di Cadimare? Vorremmo toglierlo entro la prossima estate”.