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La recensione: "La perla" di John Steinbeck

Import 2021

La storia narra di Kino, un povero pescatore indio, che riesce a prendere una perla dal fondo marino che dapprima rappresenterà il simbolo della Fortuna e poi del Male.Kino è un misero pescatore indio sposato con Juana e i due hanno un unico bimbo, Coyotito. Un giorno Coyotito viene morsicato da uno scorpione e portato di corsa da un dottore che però si rifiuta di curarlo, dopo aver appurato che Kito non aveva soldi per pagarlo. I giovani sposi con il bimbo si recano alla spiaggia dove Kino possiede una piccola canoa e lì Juana prega perché possano trovare una perla con cui pagare il dottore. E Kino trovò la Perla.
Nel frattempo il bimbo, che era stato morsicato e giaceva gonfio e febbricitante fino a poco prima, iniziò a stare meglio; il gonfiore diminuiva e il veleno lasciava il suo piccolo corpo.
In poco tempo la voce si sparse e tutti gli abitanti della piccola città vennero a saperlo. Il prete, mentre si chiedeva quanto potesse valere la perla, si chiese se il bambino era stato battezzato e il dottore, al quale era giunta la notizia, disse alla donna che stava curando che Kito era un suo cliente. Tutti, in poco tempo, cominciarono ad interessarsi di Kino “gente con cose da vendere e favori da chiedere” perché Kino aveva trovato la “Perla del Mondo”.
Potrebbe rappresentare la chiave per dare una svolta positiva alla sua vita e a quella dei suoi familiari, ma il destino ha in serbo per chi nasce traviato solo amare illusioni. Quale potente e malefico simbolo si cela in realtà dietro la perla? Quale sinistro messaggio reca con se? Troppo tardi Kino, il protagonista di questa storia, ascolterà le parole di sua moglie Juana di ributtare in mare la perla. Essa appartiene al mare, fonte di ogni bene ed ogni male. Il ritrovamento della perla per loro è stato solo l’inizio di una lunga discesa dalla quale usciranno senza neanche l’unico bene che avevano: la pace con se stessi.

Racconto semplice e breve, carico però delle emozioni e dei significati tanto cari alle opere di Steinbeck. Possiamo vivere il sogno di un uomo (simbolo di un’intera classe sociale, una come tante abituata a vivere ai margini) di riscattare la propria vita, sfuggendo al destino di un’esistenza povera. Purtroppo il ritrovamento della grossa perla si rivelerà solo una falsa speranza e ciò che rimarrà sarà solo amarezza e dolore.
Questo romanzo breve di Steinbeck ha un incedere accorato, profondo, che si richiama alle illusioni della nostra vita, alle aspirazioni di benessere, o anche ricchezza, ma soprattutto al mito di felicità e tranquillità connesse al benessere economico. In una narrazione piena di immagini allusive, di riferimenti ad un mito leggendario quanto irreale, ecco che l’autore ci culla in immagini e sentimenti che colpiscono il nostro cuore e la nostra mente.
Un libro intenso, dal forte impatto emotivo, anche se, a mio parere, inferiore a quello di “Uomini e Topi”, sempre dello stesso Steinbeck, a cui risulta essere simile per richiami, allusioni ed espressività.

L’AUTORE: JOHN STEINBECK

Nato a Salinas il 27 febbraio 1902, è morto a New York il 20 dicembre del 1968. E’ stato uno scrittore statunitense tra i più noti del xx secolo. Fu per un breve periodo giornalista e cronista di guerra durante la seconda guerra mondiale. Nel 1962 fu insignito del premio Nobel per la letteratura per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l’umore sensibile e la percezione sociale acuta”.
Nel 1919 iniziò gli studi presso la Stanford University e frequentò corsi di letteratura inglese e scrittura creativa. Dal 1919 al 1925, Steinbeck interruppe spesso gli studi per svolgere lavori occasionali e temporanei venendo a contatto con un ambiente che influenzerà notevolmente i suoi romanzi. Costretto ad abbandonare definitivamente l’università alle soglie della laurea, cercò di entrare nel mondo letterario pubblicando sulle riviste e sui giornali disposti ad accoglierlo articoli, racconti e poesie e nel 1925 tentò di trasferirsi a New York che era in quel periodo il centro della vita intellettuale americana, ma l’anno successivo dovette ritornare in California.?Steinbeck racconterà questa sua esperienza, con maturità e autoironia in “Come si diventa newyorkesi”.
A New York Steinbeck lavorò per un brevissimo periodo come giornalista per il quotidiano New York American. Tornato in California lavorò dal 1926 al 1928 come custode di una residenza estiva sul lago Tahoe quest’attività gli lasciò molto tempo libero e nell’agosto del 1929 pubblicò il suo primo romanzo “Cup of Gold”, tradotto in Italia con il titolo “La santa Rossa”, appena due mesi prima del “giovedì nero” di Wall Street. Il 14 Gennaio 1930 sposò Carol Henning e i due si trasferirono a Pacific Grove, dove vissero per qualche tempo con il sostegno economico della famiglia di John.?Nello stesso anno Steinbeck conobbe il biologo marino e filosofo Edward Ricketts il rapporto di amicizia e i lunghi scambi di idee con Ricketts influenzarono molto il pensiero di Steinbeck.
TITOLO: “LA PERLA”
TITOLO ORIGINALE: “THE PEARL”
AUTORE: JOHN STEINBECK
EDITORE: TASCABILI BOMPIANI
PREZZO: 7,00 €