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Un patto per gli allacci fognari, Val di Magra in prima fila

Sette amministrazioni hanno firmato un protocollo con l'associazione dei costruttori per trovare soluzioni moderne ed economicamente vantaggiose a chi vuole collegarsi alla rete pubblica.

Presentazione protocollo d'intesa

Uno studio sulle soluzioni tecnologicamente avanzate e, perchè no, economicamente vantaggiose a disposizione dei singoli che non possono allacciare le loro proprietà alla rete fognaria pubblica. Questa mattina le amministrazioni di Arcola, Castelnuovo Magra, Follo, Lerici, Ortonovo, Sarzana, Vezzano Ligure e Ance La Spezia nell’ambito della presentazione della rivista AEdificando – edita dall’associazione dei costruttori -, hanno illustrato i contenuti del protocollo d’intesa dalle stesse sottoscritto: d’altro canto il tema della gestione degli scarichi non collegabili alla rete fognaria pubblica, unitamente al più generale tema del riutilizzo del bene primario rappresentato dall’acqua, è uno degli argomenti che ciclicamente vengono alla ribalta delle cronache. Si parla di circa mille utenze coinvolte: “Un tema di non poco conto – spiega il direttore di Ance Paolo Faconti – perché dare risposte al fenomeno del mancato allacciamento delle case alla rete fognaria coinvolge sette amministrazioni, alle quali vogliamo dare risposte tecniche ed economiche importanti per le case sparse e il recupero delle acque nere. Sappiamo che l’intendimento generale è quello di costruire sul costruire, sulla base di una riduzione del consumo del territorio. Ci piace portare avanti questa iniziativa che non costerà nulla alle amministrazioni. Non escludiamo che esistano finanziamenti pubblici e privati per finanziarlo”.

Dodici mesi di progetto, affidato a quattordici neo-laureati. Ance, cogliendo tale criticità nei mesi scorsi con la collaborazione dell’ing. Fausto Strozzi, ha proposto a dette amministrazioni di affrontare in termini innovativi agli aspetti legati al rapporto edificio /ambiente, il quale è strettamente collegato a un nuovo modo di progettare e costruire. Ben 250 sono i litri di acqua che una persona mediamente consuma giornalmente, un dato eloquente e se vogliamo sbalorditivo visto il nostro uso spesso sbadato dell’acqua: “L’ottanta per cento del mercato è privato. In futuro i potenziali clienti saranno 4.0, quelli che per intenderci se vanno a comperare una lavatrice vogliono una classe A. Si cercano le condizioni per ridurre i costi dell’acqua”. E’ indubbio che esista uno stretto correlazione fra edificio e ambiente e negli elementi essenziali di quest’ultimo: Acqua, Aria e Suolo: la crescente attenzione ai temi legati alla mitigazione dei dissesti idrogeologici e alla prevenzione sismica, hanno stimolato Ance ad incrementare l’azione di impulso e supporto agli imprenditori e alle pubbliche amministrazioni.

Il progetto. Tramite il protocollo d’intesa sottoscritto con l’associazione dei costruttori, le amministrazioni comunali affrontano in modo innovativo il primo elemento quello dell’acqua, analizzandone il suo corretto smaltimento e individuando soluzioni per un suo riutilizzo. In aree predefinite saranno censiti e analizzati gli scarichi fognari che non possono essere collegati alla rete pubblica. Al termine di un percorso di analisi, seguirà una fase di progettazione che per ogni area osservata prospetterà soluzioni tecniche ed economiche che non si limiteranno a un corretto smaltimento delle acque nere, ma potranno garantire soluzioni di riuso una volta opportunamente depurate. “Il risultato atteso in sintesi – specificano – è di dare la possibilità ai privati di poter avere una gestione dell’acqua quotidianamente consumata avendone un vantaggio diretto in termini economici e uno indotto nel miglioramento dell’ambiente in cui vivono”. Una volta che le amministrazioni avranno l’esito dell’indagine, organizzeranno percorsi di educazione e formazione da effettuarsi presso le scuole comunali. L’indagine permetterà ai singoli comuni di acquisire ulteriori e approfondite conoscenze sullo stato degli scarichi, sulle esigenze di adeguamento degli impianti di smaltimento dei reflui civili e il relativo controllo dell’inquinamento idrico di natura civile e possibilità di riuso delle acque correttamente trattate con beneficio per l’ambiente. Cinquemila sono gli scarichi idrici incontrollati di natura civile stimati in ambito provinciale, 35 sono i litri di acqua che una persona mediamente consuma giornalmente per servizi igienici che diventano 12.775 su scala annuale. Presenti alla conferenza stampa il vice-sindaco di Arcola, Enrico Fontana, l’assessore di Castelnuovo, Francesco Marchese, l’assessore di Fillo Jristopher Casati, quello di Lerici Marco Russo, l’assessore ortonovese Diego Nespolo, il vice-sindaco di Sarzana Massimo Baudone, l’assessore vezzanese Massimo Bertoni e Marco Ratti dell’ufficio ambiente.

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