Nuovi dettagli emergono sul sequestro di beni per due milioni di euro messo in atto dalla Direzione investigativa antimafia di Genova ed emessa dal Tribunale della Spezia nei confronti del pregiudicato Domenico Romeo, nato a Roccaforte del Greco (Reggio Calabria) 59 anni fa e residente ad Arcola.
Il provvedimento accoglie in pieno una proposta del direttore della Dia, elaborata sulla base di approfondite indagini patrimoniali svolte dagli investigatori del Centro operativo genovese.
Secondo gli inquirenti Romeo è ritenuto infatti un personaggio di elevato spessore delinquenziale e ha ricoperto il ruolo di referente strategico di una ramificazione ligure della ‘ndrangheta, i cui vertici risiedono in provincia di Reggio Calabria.
Con lo stesso provvedimento, il Tribunale spezzino ha inoltre applicato a Romeo, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di anni 2 e mesi 6, con obbligo di soggiorno nel comune di Arcola, ritenendo evidente la configurabilità dei requisiti di fatto di cui alla normativa antimafia, alla luce degli elementi raccolti circa l’evidente contiguità di Romeo alla ‘ndrangheta.
Il gruppo familiare del soggetto era formato anche dai suoi fratelli Pietro e Vincenzo, entrambi deceduti. Il capostipite Salvatore Romeo era invece ritenuto un delegato delle cosche calabresi ed aveva l’incarico di mantenere i contatti e le relazioni tra i vari affiliati. Alla morte del padre e dei fratelli, la guida della famiglia ed imprenditoriale è passata a Domenico.
La sua carriera criminale inizia fin dai primi anni ’80 ed è proseguita ininterrottamente sino ad oggi. Numerose sono state le operazioni di polizia giudiziaria nei suoi confronti per estorsione, usura, riciclaggio, ricettazione, associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, nonché porto abusivo e detenzione di armi.
La Dia ricorda che nell’area di Sarzana sono dimoranti diversi personaggi originari di Roghudi e di Roccaforte del Greco, centri abitati ricadenti nell’operatività del locale di ‘ndrangheta di Roghudi, per come emerso nell’inchiesta “Il crimine”.
Sotto il profilo investigativo sono state rilevate, più volte, circostanze che legano le due opposte realtà geografiche, così come peraltro è risultato per altre zone del nord Italia che si relazionano con la Calabria.
Romeo gestiva alcune società di trasporti in provincia della Spezia e Massa-Carrara, intestandole fittiziamente a prestanomi compiacenti (trasferimento fraudolento di valori) in concorso con Santo Cogliandro nato a Reggio Calabria nel 1981 e residente a Sarzana, e Carmelo Stelitano, nato a Melito Porto Salvo nel 1983 e residente a Massa, tutti già deferiti all’autorità giudiziaria spezzina nell’ambito dell’operazione “Grecale ligure”, condotta dal Centro operativo antimafia ligure.
Sono state sottoposte, pertanto, a sequestro e confisca la Nuova Do.ro trasporti e la R.M. trasporti, entrambe con sede ad Arcola, e la Mimmo travel, con sede a Massa.
Sono stati sequestrati e confiscati numerosi semirimorchi, trattori stradali, rimorchi, autovetture e furgoni intestati alle tre società.