Già nel 1914 la stampa spezzina segnalava fra i problemi cittadini per cui si doveva trovare un’urgente soluzione, la tubercolosi. Oggi è una malattia addomesticabile; allora mieteva vittime a più non posso. Morbo terribile dell’Ottocento, dei suoi effetti nefasti ne sanno qualcosa Mimì e Violetta, ma anche Teresa Fattorini in arte Silvia può a buon diritto dire la sua. Siccome la tisi anche nel secolo scorso continuava la sua funesta attività, le autorità assunsero decisi provvedimenti per contrastarla in attesa che si trovasse come debellarla.
Nella nostra città si apre domenica 30 gennaio 1916 (dunque, un giorno ed un secolo fa) il Dispensario d’Igiene Sociale la cui sede era al numero 2 di via Venezia. Ad inaugurare la quanto mai necessaria struttura arriva da Roma l’onorevole Giovanni Celesia, Sottosegretario agli Interni.
È festa grande con tutte le autorità civili e militari di ogni ordine e grado presenti. Dopo aver visitato Ospedale e Ufficio d’Igiene, Celesia alle 10.30 si reca al Dispensario dove con i medici l’attendono un folto pubblico, belle dame e undici bandiere di altrettante associazioni di mutuo soccorso che hanno offerto fondi per realizzare il servizio. Parlano Sindaco, sanitari, Onorevole, poi le autorità firmano una pergamena che contiene il testo di un’iscrizione di una lapide di marmo che è scoperta alla presenza dell’illustre ospite.
Siamo in tempo di guerra e dopo la colazione al Croce di Malta, c’è un comizio al Politeama per propagandare il Prestito Nazionale. Apre il Sindaco socialista Piola che con parole calde di patriottismo espone l’alto significato della riunione; il deputato del Collegio Ollandini spiega che prestare denaro è cosa doverosa e conveniente; l’ex Sindaco Giachino dimostra con cifre inoppugnabili che grazie ai capitali prestati è garantita “la sicura vittoria delle nostre armi”. Tutto il teatro applaude e Celesia che presiede, sorride compiaciuto. La giornata finisce con la visita del Sottosegretario alla Terni ed al Comitato Pro Patria dove s’interessa particolarmente all’attività della Sezione femminile.
Siamo in tempo di guerra: sulle pagine dei giornali leggiamo gli inviti a sottoscrivere il Prestito Nazionale della Vittoria, leggiamo l’elenco degli Spezzini morti, feriti, dispersi e prigionieri, leggiamo le lettere inviate dal fronte che leniscono con il patriottismo le pene della trincea. Lo Stato sociale ancora non c’è, non si sa che cosa siano le visite specialistiche né quanto saranno lunghe le attese per fruirne, ma è viva, nonostante tutto, l’attenzione e la cura per la salute dei cittadini.
Una storia spezzina
Un dispensario per combattere la tisi
di Alberto Scaramuccia