Beppe mi chiede sempre se esista un libro che in forma agile dica delle origini della Spezia; insomma, la storia della sua formazione, per dirla in poche parole. Di quel tipo, purtroppo, io non ne conosco di recenti, o almeno di reperibili. Provo allora a dire io sulla rubrica qualche cosa in merito ai primi passi che la città compì, sperando che fra i lettori ce ne sia qualcuno che su queste cose sia ancora all’oscuro. Certo, anche se sono obbligato ad andare a volo d’uccello ricordando i fatti maggiormente significativi, le cose da dire non sono poche e per questo suddivido le mie note in tranches.
Dunque, tralascio il passato romano e altomedievale e parto dal dopo anno Mille. Con questo non voglio certo dire che il territorio non abbia avuto una storia in precedenza. Privilegio questa data perché è da quel periodo che si sviluppa il contesto che determinerà poi il decollo della terra che abitiamo. A partire da quel torno di tempo, infatti, il profilo economico di riferimento della società globale muta radicalmente con una ripresa di traffici e commerci che disegna un nuovo scenario nel mondo allora noto. Anche quei tempi là avevano la loro new economy, anche allora il mondo era in continuo fermento alla ricerca di nuove modalità con cui sviluppare la vita associata ed in questo contesto l’economia, come sempre, gioca una parte determinante.
Come che fosse, a quel tempo la nostra zona era una località abbastanza anonima. Gli insediamenti erano praticamente solo sulle alture. Carpena, oltre la Foce, era il centro podestarile dell’intera area; poi Vesigna, ad un dipresso Marinasco, e Vivera, l’antico nome di Gaggiola. Sul mare ci sono solo pochi abitanti che vivono stanziati sul Poggio dove al tempo arrivavano le onde.
Nonostante questo stato delle cose, la zona è ugualmente appetita dai Fieschi, nobili guelfi che a partire dal 1250 si espandono occupando terre nel levante ligure. Motori dell’espansione sono il cardinale Ottobono (sarà poi papa con il nome di Adriano V) ed il fratello Niccolò. Partendo dalle basi di Torriglia e Lavagna, i Fieschi si creano una bella signoria in Lunigiana e Riviera. La loro potenza non può però essere tollerata dalla parte ghibellina di Genova quando questa riprende il controllo del comune. Sorge così uno scontro duro che si acuisce nel 1273 quando Niccolò prende Lerici e si unisce alle truppe di Carlo d’Angiò, re di Napoli, che marciano in Lunigiana. Per rispondere all’incombente minaccia, il ghibellino Oberto D’Oria, capitano del popolo del comune di Genova, il 24 marzo di quell’anno prende Spezia, Carpena (dove i Genovesi si erano insinuati mezzo secolo prima strappandola ai Signori di Vezzano) e tutta l’area fino alla Magra. La contesa termina nel 1276 quando il Fiesco Niccolò vende a Genova questo lembo orientale della terra di Liguria, per la assai considerevole per i tempi somma di 25mila lire. Pur espugnata, Spezia però trova lo slancio per uno sviluppo che si compirà alla metà del secolo. Lo vedremo.
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