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Una storia spezzina

Quando Spezia diventò laboratorio politico aprendo ai socialisti

di Alberto Scaramuccia

Import 2019

Per definizione il laboratorio è dove si ricercano soluzioni. Ma quando in una località si cerca una strada per il governo cittadino che possa anche sul panorama nazionale, di quel posto si dice che è un laboratorio politico dove si provano nuovi equilibri politici. Spesso, infatti, i cambi di alleanze in Parlamento sono preceduti da un esperimento fatto da qualche parte per collaudare la formula prima di esportarla a livello nazionale. Lunga premessa per dire che una volta anche la Spezia recitò questo ruolo.
Alla fine degli anni Cinquanta del 900, la crescita aveva aperto spazi a ceti sociali rimasti ai margini fino ad allora. La formula di Governo che aveva governato da un decennio, mostrava la corda e si cercavano nuove soluzioni.
In soldoni, si doveva gradatamente portare i socialisti al Governo: svolta non facile ché buona parte della maggioranza era restia ad aprire a sinistra temendo di perdere consensi. Fu perciò necessario un esperimento che si effettuò proprio qua. Tralasciando i grossi problemi politici, vengo alla cronaca spicciola di quanto successe da ‘ste parti oltre 60 anni fa.
Al governo della città c’era una coalizione di sinistra che per la grande litigiosità interna, non garantiva stabilità. Alla fine subentrò all’uscente Sindaco comunista Antoni Varese un democristiano, il notaio Carlo Alberto Federici che diede vita ad una Giunta sorretta dal suo Partito, dai repubblicani e dai socialdemocratici. In più, ecco la novità, si avvaleva dell’appoggio esterno dei socialisti. Era una rivoluzione non solo per la città, ma per tutta l’Italia. Il Paese aveva già conosciuto esperimenti di questo genere, ma la loro breve durata aveva alimentato la convinzione che la formula non fosse valida.
Al contrario, alla Spezia l’esperimento resse e tanto bene che quel governo cittadino venne riconfermato nelle successive elezioni tenutesi nel febbraio ’61 quando, novità delle novità, la Giunta di centro sinistra divenne organica con l’ingresso effettivo dei socialisti nella maggioranza di governo. Era l’aria che spirava in tutto il Paese, ma il primo centro sinistra nazionale organico si ebbe solo nel dicembre del ’63 con Fanfani. Qua lo si precedette di quasi un paio di anni, facilitato magari (come sostennero i maliziosi) anche da una spartizione di cariche fra i partiti della coalizione.
Come che fosse, Federici si preoccupò di incrementare i servizi per la città e, cosa curiosa non sempre ricordata, realizzò all’interno del Palazzo Comunale, la sala del Consiglio: le assemblee consiliari, infatti, fino a quel momento si erano tenute in sala Dante.