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Una storia spezzina

L’asilo nato anche grazie alla Massoneria

di Alberto Scaramuccia

Import 2019

Agli inizi del Novecento l’istruzione (l’analfabetismo ancora viaggiava con percentuali in doppia cifra) era un bel problema anche alla Spezia dove l’offerta formativa era spesso insufficiente rispetto alla domanda. Capiamo perciò facilmente la soddisfazione espressa dagli abitanti del Muggiano quando si apre la scuola per i loro bambini. È un grosso problema che si risolve perché erano una novantina i ragazzi che rimanevano a spasso fra i muri delle strade invece che stare fra le pareti delle scuole. Il comune di Arcola cui spetta per legge l’onere di assicurare il servizio e che allora comprendeva l’area del Muggiano nel territorio di competenza, non sa come reperire il locale dove riunire gli alunni. Accoglie così con entusiasmo la proposta del direttore del Cantiere che mette a disposizione uno stanzone perché funga da aula. Oggi storceremmo il naso di fronte a tale situazione (tutti quei bimbi in un unico locale), ma per i tempi l’offerta era tanto munifica, quanto benvenuta.
Quattro anni dopo analoga iniziativa è assunta dalla Terni che sulla spinta del suo dirigente Orlando, allestisce nei suoi locali una scuola per i figli degli operai. È anche interessante leggere al proposito i consensi del periodico socialista che sono, a dir poco, grati nei confronti dell’iniziativa del capitale, in questo contraddicendo non poco la linea intransigente e massimalista assunta dal Partito alla Spezia.
È precaria anche la situazione degli asili che (il comunale di via Maria Adelaide oggi Gramsci, il cattolico, i protestanti) soddisfano una percentuale molto bassa della potenziale utenza. Per questo viene accolta con grande soddisfazione l’apertura (siamo nel dicembre 1909) di un “giardino d’infanzia” a Migliarina, realizzato con gli auspici di più agenti, non ultimo le logge Unione Massonica Indipendente e Nuovo Risorgimento che erano lì attive. La cosa veramente notevole è poi che le informazioni della cronaca riportano con orgoglio che nella struttura si applicano pratiche pedagogiche ben diverse da quelle in uso nelle scuole confessionali. C’è evidentemente una forte componente di polemica politica anticlericale che è peraltro caratteristica di quelle stagioni così distanti da noi. Tuttavia, come non vedere in quelle lontane parole che oggi ci appaiono tanto ingenue quanto anacronistiche, come la richiesta che il servizio si coniugasse con la qualità.
Insomma, a quel tempo, più di un secolo fa, si dava alla cultura una valenza formativa e di crescita sociale che forse oggi abbiamo perso. Si sottolinea l’importanza che fin dalla prima età l’istruzione riveste per la formazione e lo sviluppo dei più piccoli, ma si evidenzia anche che l’asilo è caratteristico della società industriale in cui la donna non lavora più solo in casa, ma presta la sua opera anche fuori.
Neppure va dimenticata la Massoneria sulla cui azione alla Spezia non molto è stato scritto, e che al tempo era assai diffusa anche nelle classi subalterne per il suo avanzato messaggio sociale.