125 anni fa oggi si celebrò il primo grande varo di una nave costruita in Arsenale. Intendiamoci: la prima nave realizzata nello stabilimento militare che conobbe le onde del Golfo fu nel 1874 la cannoniera Sentinella. Poi ce ne furono altri, come la corazzata Doria che scese fra le onde nel 1885.
Ma quello di cui oggi ricorre l’anniversario fu il primo varo ad essere anche, e principalmente, un evento rilevante per l’opinione pubblica spezzina e nazionale. Un fatto mediatico, diremmo oggi con un aggettivo che allora non esisteva, ma che rende bene l’atmosfera che si visse in quei momenti.
Dirò solo che si stimarono (non esistevano al tempo più precisi sistemi di valutazione) 100mila persone che vennero da fuori per assistere alla cerimonia che fu fatto significativo per Marina e città.
Quella, infatti, viene certificata nel ruolo assunto presso le altre Nazioni che riconoscono che la Penisola vanta ora un’armata navale moderna ed efficiente. Da parte sua, la Spezia vede riconosciuto il suo ruolo di capitale della flotta italiana.
Protagonista dell’evento è una corazzata, la regia nave Sardegna. Un progetto di Benedetto Brin che nella sua sgargiante divisa di alto ufficiale presenzia alla cerimonia come Ministro della Marina.
La cosa che però interessa è il caso diplomatico che sta dietro al battesimo delle onde della grande corazzata.
Il 20 settembre era data significativa, ricorrevano 25 anni dalla breccia di Porta Pia, la presa di Roma da parte dei bersaglieri. Per festeggiarla il protocollo prevede che re Umberto inauguri in quella data che fu festa nazionale fino al Concordato, un monumento equestre che Firenze dedica a suo Padre nella piazza che porta il nome del Genitore (oggi è piazza della Repubblica e la statua è dal 1932 nel piazzale delle Cascine). Il giorno seguente, domenica, il Sovrano verrà alla Spezia per il varo del Sardegna, cui sono state invitate anche rappresentanze navali inglesi e francesi. L’Italia era allora alleata con Austria e Germania, ma si stava riavvicinando a Parigi dopo gli screzi per Roma, Tunisia e tariffe doganali. Per questo, quella presenza non piace per nulla né a Vienna, né a Berlino che brigano con successo perché l’evento si anticipi di un giorno quando Umberto è a Firenze.
Il varo si fa lo stesso, c’è il Duca di Genova al posto del Re, ci sono le flotte di Francia e Inghilterra, ma si è scongiurata la partecipazione della massima autorità istituzionale italiana che con la sua presenza avrebbe conferito una maggiore ed autorevole valenza a quell’operazione delle cancellerie di Roma, Parigi e Londra.
Come che fu, il Sardegna entrò in acqua 125 anni fa oggi, ma il giallo diplomatico mi ha stuzzicato tanto da ricavarne un libro (Diplomazie al varo – Intrighi politici nel Golfo) che tratta in maniera monografica gli avvenimenti di quel periodo (nel giorno seguente si pose la prima pietra del porto): prima assoluta, world wide. Per l’uscita imminente, si sta organizzando la presentazione. Su quando e dove, vi avvertirò perché vi aspetto tutti.
Una storia spezzina
Incidente diplomatico per il varo del Sardegna
di Alberto Scaramuccia