LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

Una storia spezzina

Il busto a Mazzini e il forfait dei repubblicani

di Alberto Scaramuccia - Cent'anni fa: il quadro politico locale, 3

Il busto di Mazzini osserva la Foce gremita

Il 9 agosto ricorre il centenario di un evento che mai ci fu, ma che si sarebbe dovuto celebrare in quella data. Dico del busto che i repubblicani di Marinasco eressero in memoria di Giuseppe Mazzini e di cui la grande guerra impedì l’inaugurazione ufficiale perché si proibì subito ogni manifestazione pubblica. Se vi chiedete perché ricordi in anticipo quello che avrebbe dovuto essere, ma non fu, è per tutte le ricorrenze di questo periodo che non fanno sempre rispettare il calendario.
Però, dire del busto che troneggia dalle parti della Foce con il suo bel “1914” inciso a ricordare che lo misero lì cento anni fa, consente di ricordare un paio di cose mai dette dalla storiografia locale.
Innanzitutto, dire con quale forza gli abitanti di Marinasco sentivano il senso della solidarietà: forse per l’invito alla fratellanza sempre espresso da Mazzini; forse per l’influenza della loggia Stella d’Oriente che lì operava; forse perché l’abitare lontani dal centro in epoca di non facili comunicazioni, aumentava la coesione sociale.
Così la Pubblica Assistenza del piccolo centro è solerte nell’organizzare feste per raccogliere fondi: per dare regolarmente pane e pasta agli indigenti, per dotarsi di un impianto telefonico, addirittura per acquistare una “lettiga automobile” di cui potranno fruire anche gli abitanti di Riccò e Beverino.
L’altro motivo che rende interessante la rievocazione, è che si può dire della situazione che c’era in quel periodo dentro il PRI, un argomento che è novità assoluta.
Il Partito è parte integrante del Blocco di centro-sinistra (uso parole di oggi) che con socialisti, massoni e radicali ha vinto nel 1909 politiche ed amministrative cacciando i liberali al potere dal 1897. La coalizione, però, è fragile e la debolezza aumenta quando imbarca al suo interno dei monarchici. Ciò provoca l’ira soprattutto della sinistra repubblicana che causa crisi e dissensi interni, del resto imitata in questo dai fratelli-coltelli socialisti, pur essi rissosi al loro interno. La conclusione è che alle politiche del ’13 il Blocco perde la deputazione perché gli mancano i voti delle sinistre repubblicane e socialiste. Nel ’14 vince le comunali grazie ai battibecchi nel campo avverso, ma i repubblicani intransigenti ed i socialisti rivoluzionari presentano liste proprie che raccolgono solo poche manciate di voti.
La conseguenza è che i “reprobi” rimasti fedeli al Blocco, sono espulsi dai rispettivi partiti. Due di questi infedeli fanno parte del Comitato promotore del busto a Mazzini in quel di Marinasco. Di essi la sezione spezzina chiede al Comitato che li cacci, ma invano: chi vuole il busto, fa orecchi da mercante alle richieste, per quanto siano pressanti e minacciose. Per questo motivo il PRI spezzino comunica al Comitato che non avrebbe partecipato all’inaugurazione del monumento: non per mancanza di rispetto “alla memoria di quel Grande”, ma per combattere le deviazioni di chi, a loro giudizio, non era più capace di interpretarne il pensiero.