In questi giorni di propaganda elettorale, penso spesso alle amministrative che furono, figlie di un passato lontano. Scegliere chi ci amministri è sempre operazione impegnativa, ma anche dire quale sia stata un’elezione importante per la città, non è semplice perché chi legge potrebbe pensare che si fa il tifo per uno o si gufa contro quell’altro.
Così, per evitare il rischio di apparire politically uncorrect, di elezioni comunali che cambiarono la Spezia mi viene di dirne di un paio insospettabili ché si svolsero oltre cento e passa anni fa.
Alla fine del 1897 il voto della città portò alla carica di Primo Cittadino Giulio Beverini, una persona brava ed onesta che amministrò riscuotendo il plauso degli avversari. Per di più, amava la sua città cui regalò una bella somma per il nuovo ospedale. Soldi ne aveva, ma nessuno gli aveva ordinato di essere generoso: dare quei quattrini significava aver capito lo stato in cui versava la Spezia.
Quelle elezioni segnarono anche il successo di una classe politica che, guidata da Prospero De Nobili, liberò il territorio dall’egemonia della Marina che fino a quel momento vi aveva esercitato il suo controllo. Detennero il potere per dodici anni; poi, a quella dirigenza ormai consunta dal potere, subentrò una alleanza unita più dall’essere contro (De Nobili) che dal lavorare a favore (della città). Nella coalizione spiccavano le “estreme”, repubblicani e socialisti, che però avevano difficoltà a trovare l’accordo su una linea comune.
Così, anche quella coalizione che si dava il nome pomposo di Blocco per significare coesione e forza, si dimostrò assai fragile, minata al suo interno da rivalità e dispetti, sempre in cerca dell’occasione buona per fare di nascosto lo sgambetto all’alleato-antagonista. Si pensi che nella primissima riunione del neo eletto Consiglio, quando si votarono gli Assessori, quelli di una parte fecero mancare qualche voto ai candidati dell’altra, peraltro prontamente imitati dai soci di maggioranza. Fu una lotta aspra e dura che si consumò davanti agli occhi di tutti. Degli elettori nessuno poteva dire di non sapere. Eppure, nonostante quella situazione, il Blocco resse altri anni e a farlo fuori fu lo scioglimento del Consiglio comunale deciso dal Ministero dell’Interno, non il voto popolare. Perché neppure le forze dell’opposizione furono capaci di ergersi tutte insieme quale valida alternativa a chi deteneva il potere cittadino.
La storia è solo ricostruzione, ogni evento ha una sua propria fisionomia, eppure, a volte, il passato tanto distante sembra invece essere così vicino.
Una storia spezzina
I soldi del sindaco per l’ospedale e i litigi del ‘Blocco’
di Alberto Scaramuccia