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Una storia spezzina

I Sindaci spezzini, tra memoria ed errori

di Alberto Scaramuccia

Gli ultimi sindaci spezzini

Se mi chiedessero quanti sono stati i Sindaci della Spezia, risponderei che non lo so e che sono propenso a credere che quel numero nessuno lo sappia. Il sindaco, infatti, è magistratura antica che risale, almeno per noi, al 1343. A quell’epoca, primo della serie, il Primo Cittadino fu Benedetto Pordomo che Ferruccio Battolini, cui dobbiamo molto, lamentava sempre che nessuno lo conoscesse. Con ciò intendendo che la storia cittadina è veramente un carneade per troppi.
Più facile la risposta se il quesito si restringe ai Primi Cittadini dal 1860 a oggi. Neppure serve contarli dato che basta salire al secondo piano del Municipio. Là, al termine del corridoio che porta in Sala Giunta, stanno appesi alle pareti due quadri su cui figura l’elenco di chi fu Sindaco della nostra città da quella lontana data ad oggi.
Con questi lavori la Spezia ha inteso tributare il meritato riconoscimento a chi la guidò in tempi diversi, ma con un onere che per nessuno risultò semplice.
Nei simpatici quadri, però, figurano due errori, dovuti, penso, a banali sviste. Nulla di male, almeno per me che, re della disattenzione, mi giustifico sempre dicendo che solo chi è senza refuso può scagliare la prima gomma.
Nel primo, infatti, Filippo Bruschi e Raffaele De Nobili, sindaci che si susseguirono nella carica di Primo Cittadino nel triennio 1882-84, si scambiano i rispettivi cognomi e il conte Saverio Naselli Rocca, che fu Commissario Prefettizio alla fine degli anni Venti del Novecento, si vede storpiato il cognome in Massali.
Come detto, nulla di grave. C’è, purtroppo, di peggio, anche se dispiace leggere i nomi sbagliati perfino in testi compilati da chi ha copiato l’elenco incriminato senza compiere tutte quelle opportune verifiche che sarebbe lecito aspettarsi da chi intende cimentarsi in progetti ambiziosi.
Per la forma tutto particolare che ha il quadro sotto accusa, non saprei dire se sia possibile correggere i cognomi incriminati. Probabilmente, non è operazione facile da realizzarsi; però, anche se si potrebbe dire che stona con l’ambiente, non ci starebbe male un bigliettino discreto con su apposte le doverose correzioni. In tempi in cui si celebra il passato della Spezia (bene!) e si afferma che alla Spezia c’è fame di storia cittadina (giusto!), ristabilire un’indubitabile verità può soltanto giovare, né si corre il pericolo che arrechi danno alcuno.
Oltretutto, poi, se qualcuno dovesse di nuovo ricopiare l’elenco, almeno questa volta lo scriverebbe corretto.