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Una storia spezzina

Ex Odeon, luogo di ricordi ed emozioni

di Alberto Scaramuccia

Quest’oggi si apre (era ora!) la Mediateca che la Regione ha voluto istituire ristrutturando il vecchio e glorioso cinema Odeon di via Firenze. La decisione risale al 2007, ma l’esercizio già da un bel po’ aveva chiuso con i battenti anche la cabina di proiezione, travolto come parecchie altre sale cinematografiche dai nuovi corsi del divertimento. Già i videoregistratori avevano assestato una bella botta ai cinema; poi, la nuova forma della televisione che declina il piccolo schermo in una quantità enorme di canali attivi h24, aveva dato il colpo decisivo condannando a morte l’antico ritrovo, e taccio dell’allora nascente Internet. Eppure, dall’Odeon aveva transitato tutta Spezia e non solo il popolo dell’Umbertino che del cinema era il più affezionato fan.
L’Odeon era stata una bella idea di Beltramo, un costruttore edile che tutti chiamavano Ulisse dimentichi del nome Giuseppe. Dopo la guerra, aveva rilevato la licenza cinematografica del Moderno, la grande sala di via Di Monale abbattuta dalle bombe, per costruirsene una sua in via Firenze, in quello spiazzo libero fra le case operaie.
L’idea era bella e fu vincente: fare un cinema per famiglie aperto ad ogni tipo di tasca. Il sabato e la domenica era difficile trovarci posto. L’aria spesso era irrespirabile per tutti quei puntolini rossi non ancora proibiti, ma il divertimento era sempre garantito. La ricetta era semplice. Nel fine settimana si proiettavano seconde visioni sfuggite a quelli cui il borsellino proibiva la prima e che ora erano attirati dal biglietto a miglior mercato. Negli altri giorni, si proiettavano film più vecchi. Quelle essendo allora le categorie del tempo libero, il pubblico non mancava mai: chi aveva poca voglia di studiare, cinefili, sfaccendati, senza dimenticare i fidanzatini a loro agio nella sempre ospitale galleria.
Da bimbo c’andavo con il nonno Giuseppe senza guardare il cartellone ché il parental control lo garantiva la sala. Più grande ci vidi molto Bergman, Buñuel e anche un giovane Tinto Brass, sconosciuto e non ancora osé, ma già su quella strada.
Non saprei dire quando l’Odeon aprì. Ho scorso qualche giornale dell’epoca e la prima notizia che ho ritrovato su quella sala è la pubblicità di un film con Van Heflin e Susan Hayward sulla scena da sabato 28 gennaio 1950. Ma dal 2 aprile successivo all’Odeon si aprono le proiezioni curate dal Cine-Club La Spezia che inaugura con “Ivan il Terribile” di Eizenstein. Come dire, non solo Hollywood, ma anche la storia del cinema.
Ora si apre una nuova fase: che possa dare le stesse emozioni che là si sono già provate!

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