- Li abbiamo visti la prima volta a Bassano attaccati al ponte dove quei due, datasi la mano, si scambiarono un bacin d’amor. Fu tanti anni fa e ci spiegarono che così gli Alpini congedati salutavano la naja attaccando alle spalliere i lucchetti degli armadietti buttandone via la chiave.
Era l’origine militare dell’usanza che ai giorni nostri ha assunto una fisionomia molto più romantica.
A diffondere la moda fu il film in cui Step lega un lucchetto al ponte Milvio dopo avervi inciso sopra le iniziali sue e di Gin e facendo seguire all’atto il lancio nel Tevere della chiave. Solo quando il fiume la restituirà, narra la favola subito nata, quell’amore avrà termine. Diventò subito tendenza al punto che la saga metropolitana sostiene esservi serrature incatenate perfino sul ponte Carlo a Praga: a Brooklyn è il traffico a proibire l’atto.
Pure a Sprugolandia la moda del lucchetto a significare una liaison più duratura del bronzo, ha attecchito in fretta, manifestandosi, tuttavia, solo in una pertinenza della landa perché non c’erano allora (parlo di prima del luglio ’13) ponti sotto mano.
La nuova usanza attecchì soprattutto a Lerici sotto il suo castello ricco di storie. Vere o leggendarie che siano, sono in ogni caso l’ambiente ideale per far venire alla luce i meglio sentimenti che, per quanto riposti siano, balzano fuori non resistendo al fascino del posto.
Romanticismo allo stato puro: rocca a picco sul mare, finestre sull’orizzonte, stridii di gabbiani e luce fascinosa da quando nasce fino al declino nel chiaroscuro dell’incipiente sera. In più una nicchia che una scultrice famosa, Madre Natura, ha cesellato nella falesia con il bulino.
Loro, i Lerzin, quel posto lo chiamano il Belvedere e nessuno sa dire quanti amori siano colà nati e, soprattutto, consolidati. Dura tuttora anche se la roccia, vetusta per gli anni, ha cominciato a perdere pezzi sì che la devono contenere con una rete di ferro. La protesi stona con il contesto però ha permesso il ritorno delle coppiette che, ammaestrate da Step e da Gin, da allora appendendono i loro lucchetti alle maglie di quel tramaglio.
Ora, se vai al Belvedere quando soffia il maestrale, non è raro sentire tintinnii dal suono variegato. Dipende dalla dimensione del lucchetto, dice chi se ne intende aggiungendo con una strizzata dell’occhio che a ispirare i trilli sono i sospiri di cuori innamorati.
Però, da sette anni, da quando è stato inaugurato il ponte del Mirabello, i lucchetti sono comparsi anche a Sprugolandia-centro. Sono ancora pochi ma gli analisti assicurano che le ferramenta aumenteranno di sicuro il fatturato.