- “Ma cosa i è tüto ‘sto casìn là fea?” “I g’han fame” “Feli sta- siti!” “I ne g’han ciù manco un toco de pan” “E alo-a deghe de-a fugassa”.
Così sono da sempre convinto che avrebbe esclamato, esasperata dalle grida, Marie Antoinette Reine de France. È passata alla storia per aver esclamato “ma dategli le brioches” sentendo che il popolo affamato urlava infuriato una dura protesta perché non c’era più pane da mangiare. Se, invece di essere sul trono dei Borboni di Parigi, fosse stata la sovrana del reame di Sprugolandia, avrebbe certo detto così come immagino perché in una situazione del genere, sarebbe stato inevitabile che avesse fatto la sua comparsa la focaccia che da sempre, amica fedele, fa compagnia al travagio delle nostre mascelle.
Alimento povero di terra mai ricca che nel ricettario rivela la sua economia, impasto di farina, acqua, sale e un cicinìn di lievito, la focaccia ha origini che si smarriscono nella notte dei tempi, praticamente da quando l’uomo ha cominciato ad usare la fiamma dato che è proprio da fuoco che salta fuori il nome di questo alimento che tanto amiamo.
Ma la focaccia non è solo ciò con cui ci svegliamo alla mattina. Già ancora prima che salisse agli onori della cronaca il cibo da strada, chi degli Sprugolotti almeno una volta (penso proprio molte altre di più) non si è fatto tagliare dal fornaio una focaccia per la sua metà e riempirla poi di mortadella, l’affettato più consono alle nostre tasche di una volta?
Non era fame; era, banalmente, soltanto gola perché la fugassa l’è bona e ti fa vedere il sole anche quando piove. A far andare in estasi i succhi gastrici concorrono anche le versioni che prevedono sulla sua superficie la distribuzione di fettine di cipolla o l’alloggiamento strategico di olive. Senza trascurare, ovviamente, la variante della Pia, la mezzetta farcita con la farinata, ricetta ideale per mandare in sollucchero trigliceridi e colesterolo.
Non si pensi tuttavia ad alcun attentato alla salute. Anzi; la focaccia è parte integrante ed aggiungo fondamentale, della dieta mediterranea, quel particolare modo di mangiare che non da un giorno è riconosciuto quale la maniera più naturale per cibarsi sperimentato dalle genti abitanti sulle sponde del gran lago salato fra le terre, impero di cui il reame di Sprugolandia è parte. Sperimentato da intere generazioni che hanno trovato nei frutti della loro terra il sostentamento per le loro fatiche e anche, cosa che non guasta, il piacere per cui è sempre bello starsene assisi ad una tavola imbandita con quei prodotti che hanno il sapore fragrante della bella tradizione.