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Sprugoleria

Sprugoleria

Da un tempio all’altro, il Picco compie cent’anni

Una volta costruito il Regio Arsenale emerse la necessità di dotarsi di un bagno penale per tutti i trasgressori delle regole. Doveva nascere dove cinquant'anni più tardi fu edificato lo stadio "Picco". Che quest'anno brinda al secolo di storia.

Entrata monumentale "Alberto Picco"

Sprugolandia è stata una terra beata, protetta da antichi dei che le hanno donato con la bontà delle loro tante acque, scenari che tolgono il fiato. A dare ricchezza fu però una divinità moderna che appena comparì in questa landa, fu detta Arsenale. Solo tre giorni fa ogni Sprugolotto ha soffiato sulle centocinquanta candeline infisse sulla torta preparata per la ricorrenza. La data dei festeggiamenti è stata lo scorso mercoledì ventotto agosto anche se i lavori per costruire il grande tempio profano iniziarono un po’ prima che lo si inaugurasse e ebbero termine un po’ dopo. Si dovevano, infatti, realizzare le opere accessorie per completare l’opera con tutti gli arredi previsti: erano tanti, a cominciare dai lavori di fortificazione per proteggere Sprugolandia ormai diventata sede di un importante tempio.

Una delle opere fu la diga. Inizialmente si pensava di collocarla immediatamente a ridosso della città della Sprugola, ma presto ci si rese conto che le nuove navi da guerra degli infedeli armavano cannoni di maggiore gittata per cui si decise di disporre lo sbarramento (tanti pietroni collocati in fondo al mare che salivano alla superficie come piramide, vera e propria punta di iceberg) all’esterno dell’imbocco portuale. Per questo la diga è detta foranea perché nasce fuori dal porto. La costruzione non disturbò più di tanto l’ambiente. Fu, anzi, assai apprezzata in special modo da chi abitava sotto le onde: i pesci vi fecero le loro tane, i polpi distesero i tentacoli fra le rocce che i datteri bucarono eleggendole a privato domicilio, cosa che giustificò l’attività che i martellatori subacquei praticarono per snidarli in epoca non protetta.

Fu necessario provvedere anche ad un ospedale per ricoverare e curare in modo adeguato chi nell’attività del culto all’interno del tempio e delle sue pertinenze, avesse subito degli infortuni o fosse caduto vittima di qualche morbo infetto. Fra tutte le cose di dovette provvedere anche ad un luogo nel quale sistemare con tutti i conforti del caso anche quelli che avessero trasgredito alle precise regole che governavano la vita di quel santuario molto, molto laico.
In parole povere, si doveva fare un bagno penale e la prima idea fu di realizzarlo subito dopo l’ospedale nella via che porta alla napoleonica. Il progetto non andò in porto ed allora, anni dopo, in tale location si fece lo stadio Picco. Cambiò poco: volevano metterci i forzati con la palla di ferro incatenata al piedi; oggi ci vanno i forzati innamorati di chi sa maneggiare bene la palla con i piedi. Cambia poco: sempre di sfera e arti inferiori si tratta.

Bert Bagarre