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Un milione e mezzo da Sarzana a Carispezia in cinque rate

Approvata dal consiglio comunale di Sarzana, con i voti della maggioranza, la delibera relativa alla transazione tra ente e banca relativa. Sul tavolo, la partita "Patrimonio e servizi".

Consiglio comunale a Sarzana, 21 novembre 2016

Un milione e mezzo di euro dal Comune di Sarzana a Carispezia, somma spalmata in cinque rate annuali da 300mila euro: questa operazione ha ricevuto ieri sera la benedizione del consiglio comunale sarzanese, con i nove voti a favore della maggioranza. Nel dettaglio, si tratta dell’approvazione dell’esito “della trattativa con la banca per il consolidamento del debito” derivante dalla “garanzia prestata fino a concorrenza di 1.5 milioni di euro con consolidamento di tale posizione debitoria ed esclusione di qualsiasi ulteriore costo ed onere in favore dell’istituto di credito”, come si legge in delibera. La partita è quella della partecipata (socio unico palazzo civico) in liquidazione “Sarzana patrimonio e servizi”, nata per la valorizzazione dei beni immobili comunali. E, come accennato, della fidejussione concessa dal Comune a garanzia di un’apertura di credito in favore della società dell’attuale importo di un milione e mezzo.

La maggioranza, dai cui banchi è arrivata al proposta di deliberazione, ha naturalmente difeso il suo testo. “C’è la possibilità di arrivare alla soluzione di una situazione complicata, mettendo a segno un altro tassello verso la messa in sicurezza dei conti. E’ facile ragionare a forza di ‘se tornassimo indietro’, ma tornare indietro non si può”, ha rimarcato il capogruppo di ‘Noi per Sarzana’ Andrea Antola. E l’altro capogruppo, il Pd Damiano Lorenzini, ha parlato di “soluzione non scontata, con condizioni non da buttare, che non contempla il pagamento degli interessi passivi da parte dell’ente”. Lorenzini ha sottolineato anche come la delibera sproni la liquidazione (il dispositivo infatti delibera anche “di dare mandato al liquidatore della società di procedere a tutte le operazioni relative alla liquidazione e alla chiusura della società Sarzana Patrimonio e Servizi”). Delibera che, nel corso di una pausa-capigruppo, è stata abbondantemente rifinita in seguito alle severe osservazioni sintattico-lessicali del consigliere di opposizione Carlo Rampi (“Voglio votare contro, ma contro a qualcosa che si capisca chiaramente!”). “Una transazione che fa schifo e che graverà pesantemente anche sulla prossima amministrazione, visto che questa fra un anno e mezzo va a casa”, ha punto l’avvocato, volto storico della destra sarzanese, prima di ripercorrere la storia difficile delle fidejussioni della città delle Fortezze e picchiare duro sul progetto Botta.

Di “vicenda opaca” ha parlato Paolo Zanetti, all’opposizione con la casacca di Sel, sostenendo che “l’amministrazione non avrebbe dovuto attendere così tanto per venire a capo dalla questione, ma risolverla nei primi sei mesi di mandato” e accusando: “Non rinnovare il servizio di esattoria a Carispezia ha fatto scattare l’incazzatura della banca, e non era il caso, vista la situazione”. L’ultimo strale: “Vorrei i conti precisi in merito a questa storia, conti che l’amministrazione non fornisce. Amministrazione che spesso scarica le colpe sui funzionari, tant’è che si è creata una tensione senza precedenti”. Questo punto ha spinto Zanetti a uscire dall’aula al momento del voto (ai nove ok della maggioranza si sono quindi contrapposti due soli niet dell’opposizione).

Lunghe e dettagliate le riflessioni de pentastellato Valter Chiappini che, con un’infruttuosa delibera, a inizio seduta a chiesto il rinvio della complessa pratica “per mancanza dei pareri obbligatori che rendono la proposta non votabile”, rimarcando come “oltre ai pareri dei Revisori dei Conti la documentazione allegata alla pratica manca del parere che dovrebbe essere obbligatorio dell’ufficio legale del Comune”, circostanza segnalata anche dagli altri esponenti della minoranza. “Nel 2007 venivano venduti dal Comune alla Patrimonio e Servizi due immobili: l’ex Vecchio Mercato e l’area in località Tavolara al prezzo di vendita pari a 6 milioni e 578mila euro – ha attaccato Chiappini mettendo in moto la macchina del tempo per portare uno dei tanti affondi praticati ieri sera -. Nel 2012 veniva poi riacquistato dal Comune l’immobile dell’ex Vecchio Mercato con pagamento dilazionato di 5 milioni e 400mila euro. Ora si dovrà procedere anche al riacquisto da parte del Comune del terreno di Tavolara a seguito del pagamento alla Carispe di 1 milione e mezzo, ma il valore del terreno sito in località Tavolara ha un valore di stima che si aggira intorno a un milione e 115mila euro, come da valutazione dell’Ufficio delle Entrate. A questo punto le domande sorgono spontanee: ma allora a cosa è servita realmente la partecipata Sarzana Patrimonio e Servizi se non è riuscita a valorizzare”gli immobili venduti e se poi il Comune ha dovuto e dovrà riacquistare i beni precedentemente venduti? Ma soprattutto perché il Comune ha dovuto sborsare un importo nettamente superiore a quanto incassato nel 2007?”. Il pentastellato ha concluso sottolineando che si tratta di “questioni che andrebbero chiarite in modo preciso e puntuale e corredate, oggi, di tutti i pareri necessari per non incorrere in ulteriori errori e in scempi di notevoli proporzioni su cui, oggi, potrebbe ritrovarsi coinvolto l’intero consiglio comunale”. L’infermiere a cinque stelle ha infine parlato di “situazione tragica”, concludendo: “Cavarra non dovrebbe ricandidarsi: l’assessore al bilancio, con Caleo, era lui”.

Elaborare un’ultima difesa dell’operato di palazzo civico è toccato all’assessore Massimo Baudone. “E’ stato svolto un lavoro importante per risolvere una situazione non creata da noi. Abbiamo preso la questione di petto. Forse sarebbe stato più semplice non onorare la fidejussione, andando in causa, procrastinando il problema di dieci, dodici anni, lasciandolo ad altri. Invece abbiamo trovato una soluzione definitiva”. La risposta a Zanetti sul punto dell’esattoria: “Non voglio credere a un mondo dove bisogna confermare un servizio a una banca per evitare un irrigidimento o per avere uno sconto. Bisogna vivere in regime di trasparenza e concorrenza”.

Ad ogni modo, delibera in porto, e prima tranche da pagare entro il 31 dicembre prossimo. I soldi, palazzo civico, li rosicchierà – almeno per quanto concerne le prime due rate – da ambiti quali la retribuzione del personale degli uffici comunali e il sostegno all’asilo privato.

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