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Politica

Stopper col cuore a sinistra: "Sarzana può ripartire. Cavarra faccia passo indietro"

Alessandro Bertagna, difensore della Fezzanese e studente di giurisprudenza classe 1995, sarà candidato al consiglio comunale sarzanese in quota Possibile.

Alessandro Bertagna

Mancano ancora un bel po’ di certezze in vista delle imminenti elezioni comunali di Sarzana, fissate al 10 giugno. Nebbie, foschie, dubbi, pretattica: c’è di tutto. Ma qualche sicurezza c’è. Per esempio la candidatura al consiglio comunale di Alessandro Bertaglia, esponente di Possibile classe ’95, studente di giurisprudenza e difensore della Fezzanese.

Alessandro, tu sei pronto, ci sei. E la sinistra? Che farà? Secondo te è tramontata la possibilità di un soggetto unico del centrosinistra – implicante, con ogni probabilità, un passo indietro di Cavarra?

Credo che dopo il recente risultato elettorale si sarebbe dovuto riflettere sulle ragioni di questa grande sconfitta. La riflessione però, anziché condivisa, si è chiusa in circoli privati dei vari partiti che poco piacciono alla gente. Auspicavo e auspico ancora adesso un passo indietro delle forze che si schierano nell’alveo della sinistra per provare a riallacciare i rapporti anche con il PD, a patto che il Partito di Renzi scenda da un piedistallo frantumato e smetta di rapportarsi come un’ elite a cui poco importa dei bisogni dei territori. Per fare questo serve discontinuità, serve una proposta che metta al primo posto le istanze delle persone, una proposta che sia fresca e che riesca a mostrare che i valori della sinistra non sono scomparsi; valori che dovrebbero darci la forza di avvicinare le anime della sinistra più che dividerle. L’unico modo è un passo indietro di chi, come Cavarra, rappresenta tutto ciò che è stato bocciato alle scorse elezioni nazionali. Credo sia difficile, ma la speranza è l’ultima a morire, anche perché consegnare la città in mano alla Destra o al Movimento Cinque Stelle, che sembra incarnare in pieno la Democrazia Cristiana, non credo sarebbe una buona cosa per Sarzana.

Non serve uno scienziato per dire che gran parte dei ragazzi della tua generazione guardi con interesse, e abbia votato, per il Movimento cinque stelle o per la Lega. Che ne pensi?

Penso che ormai si debba fare una ulteriore distinzione, oltre che tra destra, centro e sinistra anche in sistema e antisistema. I ragazzi della mia generazione hanno dato un voto a chi ha avuto la forza e il coraggio di ascoltare – personalmente, tramite social, blog – senza alcuna timore e snobismo. Quello che manca alla sinistra in questo momento è proprio questo, partecipazione, ascoltare i cittadini e uscire dai suoi pseudo circoli intellettuali dove ci si specchia in 20 persone per arrivare poi alla erronea conclusione che da domani cambierà tutto, quando in realtà non cambierà mai niente.

Se guardi Sarzana oggi, cosa vedi? Quali problemi, quali cose buone, quali emergenze e prospettive.

Vedo una politica che non ascolta la sua cittadinanza, che si chiude dentro al palazzo comunale prendendo decisione come vecchi podestà. Sarzana è una Città bellissima che può rialzare la testa e chi meglio dei suoi abitanti può sapere cosa va bene e cosa va male? Vanno semplicemente ascoltati. Vedo una Città che ha bisogno di ripartire, una Città dove il centro è un patrimonio storico e culturale bistrattato, vedo una Città che può ripartire ma solo riuscendo a ripopolare il suo cuore pulsante, aiutando i negozi, dando manforte a iniziative per sponsorizzare prodotti locali. Senza poi dimenticare la grave emergenza della Fattoria di Marinella, dove spero che la situazione si concluda al meglio. Non è accettabile che il futuro dei lavoratori possa essere trattato con questa superficialità: una mancanza di rispetto indegna.

Domanda all’Alessandro calciatore: la politica è tabù nello spogliatoio?

Di certo non è l’argomento principale, però ogni tanto provo a intavolare una discussione su un tema comunque sentito e devo dire che emergono sempre spunti molto interessanti sul futuro nostro, dei nostri figli. La politica deve fare proprio questo: tornare a parlare nei luoghi quotidiani, altrimenti verrà sempre più abbandonata e presa in mano da pochi oligarchi inaffidabili.

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