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Rifiuti

Digestore, si vota. Pd: "Non a Saliceti". Rifondazione: "Opzione zero"

Vezzano, scatta l'ora del consiglio comunale che vedrà la discussione dei due diversi ordini del giorno prodotti dalle forze di maggioranza.

Comune di Vezzano

Mercoledì sera si torna a parlare di biodigestore nel consiglio comunale di Vezzano. E stavolta – dettaglio non da poco – si arriverà a una votazione. Sul tavolo, due ordini del giorno provenienti entrambe dalla maggioranza: una proposta da Partito democratico e Partito socialista, l’altra da Rifondazione comunista, sottoscritta dalla capogruppo Nadia Lombardi. Il documento di Pd e Psi ripercorre quanto affermato e messo nero su bianco nelle scorse settimane dai Dem, ovvero, da un lato, un secco no alla realizzazione del biodigestore a Saliceti, dall’altro la convinzione che un impianto del genere vada fatto.

“E’ stato recentemente approvato dalla dalla Provincia – si legge nell’odg di Pd e socialisti dopo una premessa che evidenzia i buoni risultati raggiunti dallo Spezzino in termini di differenziata su impulso del centrosinistra – un piano dei rifiuti che prevede la realizzazione di un impianto biodigestore anaerobico per lo smaltimento di 20mila tonnellate annue di rifiuto organico nel sito di Boscalino e, immediatamente dopo, la Regione Liguria ha annunciato, invece, che lo stesso impianto dovrà smaltire 60mila tonnellate, provenienti anche da fuori provincia. Naturalmente il sito di Boscalino non può (per limiti strutturali) ospitare un impianto del genere e quindi la scelta ricadrà inevitabilmente sul sito di Saliceti. Noi diciamo no. Il nostro territorio e la sua popolazione ha già fatto la sua parte in termini di sacrifici proprio in nome delle responsabilità assunte per far fronte in maniera efficace al problema dei rifiuti. Riteniamo che la costruzione del biodigestore sia doverosa in quanto è l’unico impianto che consentirà la chiusura del ciclo dei rifiuti con ricadute positive sia in termini di rispetto ambientale che di riduzione dei costi del trattamento rifiuti; altrettanto riteniamo che sia compito della Regione Liguria e della Provincia della Spezia cercare un nuovo sito funzionale alla costruzione dello stesso senza chiedere ulteriori sacrifici ai territori che già da anni contribuiscono al bene comune”.

Il testo della Lombardi parte da una premessa simile, cioè: c’è scritto Boscalino, si legge Saliceti, perché 60mila tonnellate – se non di più – nel sito arcolano non ci sta. “E’ ingiusto e inammissibile che il nostro territorio venga violentato da questo nuovo impianto”, scrive la capogruppo di Rifondazione. Che poi chiede di “valutare ipotesi alternative al sito, compresa l’opzione zero, da definirsi formalmente da parte della Provincia quale ente proponente del piano d’ambito”. Ecco quindi una divaricazione significativa: se Pd e Psi dicono sì all’impianto, ma non a Saliceti, il Prc contempla anche una sua non realizzazione. La Lombardi chiede altresì una valutazione dell’impatto sanitario dell’impianto attualmente presente a Saliceti, che tratta indifferenziato, e una previsione dell’impatto dell’ipotetico digestore. Infine, c’è la richiesta di “tener conto delle preoccupazioni, delle valutazioni e delle attese della popolazione espressi da comitati, coordinamenti e assemblee”.

Grande attesa per vedere come si snoderà il consiglio. Se le forze di maggioranza, firmatarie dei due documenti, cercheranno una convergenza in Zona Cesarini; su quali temi si faranno sentire le opposizioni, in particolare il nutrito gruppo a Cinque stelle; come si comporterà il primo cittadino Pd Fiorenzo Abruzzo, che anche in occasione dell’ultima riunione del consiglio si è mostrato generalmente più morbido – a tratti possibilista – verso l’ipotesi biodigestore rispetto alla posizione ufficiale del partito.