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Congresso Fp Cgil, Michelucci: "Tante incertezze all’orizzonte, non bisogna fermarsi"

Juri Michelucci

“Visto i concomitanti lavori di commissione in Regione non ho potuto fermarmi al congresso cgil funzione pubblica, ma mi ha fatto piacere inviate un pensiero e un augurio di buon lavoro. Questo perché veniamo da anni nei quali abbiamo assistito ad un lungo braccio di ferro in merito al rinnovo di un contratto, quello degli statali appunto, bloccato da un decennio, che ha avuto tuttavia l’esito positivo di ridare una dignità contrattuale ai dipendenti pubblici del nostro paese”. Lo scrive Juri Michelucci del Partito democratico nell’ambito del congresso Cgil alle ex ceramiche Vaccari di Santo Stefano Magra.
“Sebbene si sia trattato di un compromesso, forse anche al ribasso, rispetto alle esigenze e al potere d’acquisto degli stipendi statali – scrive Michelucci – , si era finalmente riusciti a dare un segnale chiaro di come l’investimento sul pubblico impiego fosse parte fondamentale di un processo di modernizzazione della pubblica amministrazione. I contratti sottoscritti nei vari comparti, oltre al tema economico, affrontano anche le mutate esigenze della macchina dello stato e cercano di rimettere al centro la qualità dei servizi e del lavoro.
Pur non avendo ancora certezze, possiamo tuttavia affermare che, ad oggi, per esempio, nella nota di aggiornamento del Def 2019 non vi è ancora traccia delle risorse per il rifinanziamento dell’elemento perequativo, quello che consentiva a coloro che non raggiungono l’aumento medio di 85 euro mensili, di integrare l’importo grazie ad una somma aggiuntiva, valida appunto fino a dicembre 2018. Così come non è ancora chiaro cosa succederà con l’erogazione del Bonus Renzi, i cui limiti erano stati alzati proprio per evitare che l’aumento degli stipendi comportasse il venir meno degli 80 euro di sgravio Irpef. Si tratta di incertezze che potenzialmente andrebbero a colpire i redditi più bassi che rischierebbero nel 2019 di vedersi arrivare stipendi inferiori rispetto a quelli dell’anno precedente, in barba alle dinamiche inflattive e al costo della vita. A ciò si aggiunge il recente Ddl concretezza che introduce nuovamente un’ impostazione autoritaria e poliziesca di controllo “per legge” (materia che sarebbe, invece, di competenza contrattuale) dei dipendenti pubblici che ricorda, neanche troppo velatamente, le boutade brunettiane sui fannulloni della Pubblica Amministrazione”.
“Ben inteso che l’assenteismo va combattuto e sanzionato – scrive ancora in una nota -ma occorre, parallelamente, investire su un rilancio contrattuale, sulla qualità dei servizi, sulla formazione del personale, sulla qualità del lavoro. Una pubblica amministrazione competente e moderna, condizione indispensabile per un vero rilancio del nostro paese, non passa certo soltanto attraverso politiche sanzionatorie. I dipendenti pubblici per anni hanno sopperito alle mancanze di programmazione, alle carenze di organici, hanno combattuto contro la campagna denigratoria portata avanti nei loro confronti, hanno lavorato con stipendi medi che sono tra i più bassi d’Europa. Anche ciò che è accaduto con le Province è un paradosso. Il disegno relativo alla loro abolizione era strettamente legato al nuovo assetto istituzionale che sarebbe dovuto nascere se il Referendum avesse avuto esito positivo. E’ chiaro che, di fronte all’esito negativo del 4 dicembre 2016 ora l’azione sulle Provincia resta monca e penalizzante nei confronti di chi ci lavora e per i servizi al cittadino, per questo occorre ripensarla completamente”.
“E’ evidente – conclude – che il lavoro da fare è moltissimo e sarà tanto più faticoso quanto più la macchina pubblica continuerà a venire intesa esclusivamente come un centro di costo da contrarre. Il ruolo del sindacato, in questo quadro, è più che mai necessario per mantenere un equilibrio tra costi e investimenti e per continuare ad affermare l’importanza dei ruoli e delle competenze di chi ogni giorno lavora al servizio del cittadino. Il mio, pertanto, vuole essere un augurio di buon lavoro, consapevole di quanto ne avrete da fare e soprattutto dell’importanza del vostro ruolo, cerniera indispensabile tra le legittime esigenze e richieste dei lavoratori e le necessità, di chi governa”.

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