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Verso il processo

Cava Brina, rifiuti da rimuovere. Altro ‘strappo’ di Stelitano e Zangani

L'avvocato Riccardo Birga illustra le evidenze emerse nell'ambito dell'incidente probatorio.

La ex cava della Brina vista dall'alto

Un’ora e mezzo di dibattito sulla ex cava della Brina ieri in consiglio comunale a Santo Stefano. La riunione straordinaria, convocata su richiesta dei consiglieri Emilio Ratti e Paola Lazzoni del gruppo di opposizione ‘Insieme per voltare pagina’, ha visto intervenire l’avvocato Riccardo Birga, il legale che segue la questione per Palazzo civico. Il professionista ha fatto luce su quanto emerso nell’incidente probatorio, step propedeutico al processo legato al sequestro del sito. In pratica sono emersi tre ordini di problemi: superamento dei valori limite per quanto riguarda i materiali usati da Inerteco per il riempimento, percolato penetrato nelle falde acquifere e criticità in merito alla stabilità del versante, punto quest’ultimo che ha visto il sindaco Paola Sisti a inizio mese disporre con un’ordinanza lo stop del cantiere. “Dall’incidente probatorio è emerso inoltre che il progetto di riambientalizzazione (partito a inizio 2016, ndr) non avrebbe considerato in modo adeguato lo stato dei luoghi”.

L’avvocato ha comunicato altresì che il Comune ha avviato le procedure finalizzate da un lato a preservare le falde acquifere, dall’altro a risolvere il problema dei materiali fuori norma stoccati nella ex cava. Su questo secondo fronte la soluzione che l’ente intende praticare è la rimozione degli stessi. Il geologo del tribunale, dott. Balestri, nella sua relazione ha sostenuto che la soluzione possa essere invece una inertizzazione (applicando una copertura) “ma si tratta di un’opinione personale – ha puntualizzato Birga -. Il Comune, avendo come riferimento la norma, intende procedere con la rimozione dei rifiuti”. L’avvocato ha inoltre spiegato come le risultanze non confortanti dell’incidente probatorio siano state trasmesse alla Regione, perché è Genova che eventualmente, dati alla mano, può immaginare una revoca dell’autorizzazione all’operazione di riambientalizzazione. In particolare “nella comunicazione all’Ufficio cave della Regione – ha detto Birga – si chiede di adoperare le esclusive competenze in materia di revoca dell’autorizzazione”, segnalando anche come nella medesima nota si tratti il tema delle fidejussioni visti i costi rilevanti che la rimozione dei rifiuti potrà comportare.

La consigliera Lazzoni, che ha aperto il dibattito, ha rimarcato che “qualora, risolte le varie criticità, la riambientalizzazione dovesse riprendere, occorreranno estrema chiarezza e precisione sulle operazioni” e ha ribadito al necessità di considerare l’ipotesi di una revisione della convenzione Comune-privato relativa all’intervento. “Il parere del legale, avallato dall’amministrazione, mi ha lasciato perplessa. Prima cosa, vorrei sapere chi avrà la forza di sostenere i costi della rimozione dei rifiuti, vista l’esiguità delle fideiussioni”, ha aggiunto a margine del consiglio, per poi rammaricarsi: “Scarso il pubblico presente. Francamente, pensavo che l’ondata ambientalista più recente fosse maggiormente interessata”. Un’osservazione non dissimile da quella formulata da Francesco Ponzanelli, capogruppo di Santo Stefano popolare: “Il digestore è importante, ma la Brina non è da meno. Mi sarebbe piaciuta una maggiore partecipazione”.

Alla richiesta di convocazione straordinaria, Lazzoni e Ratti avevano allegato un ordine del giorno la cui impegnativa chiede al sindaco di riferire costantemente sulla situazione Brina con particolare riferimento a sviluppi processuali, situazione del sito, costi delle varie iniziative intraprese. In testo è passato con il voto di tutta l’opposizione, del sindaco, del vice sindaco Capetta e del consigliere di maggioranza Battistini. Gli altri due volti della maggioranza presenti – l’ex assessore Angelo Zangani e l’ex capogruppo Salvatore Stelitano – si sono astenuti. Il primo, convinto che l’affaire dell’ex Cava dovrebbe essere trattato in un percorso di commissione (già due negli anni ne sono state allestite, senza fortuna), ha chiesto garanzie in merito alla solerte approvazione dei verbali di tutto il ‘percorso Brina’, con riferimento in particolare al consiglio del 15 novembre 2018. Una richiesta che non ha ricevuto sul momento particolari garanzie (“Non intendo caricare di lavoro l’ufficio, già oberato, ma le carte ci sono e sono a vostra completa disposizione”, ha osservato il sindaco). Stelitano, pur condividendo nel merito l’odg, ha votato contro perché “è mancata condivisione politica”. Il sindaco Sisti ha negato, spiegando d’aver convocato una riunione di maggioranza urgente a tema Brina a cui tuttavia ha partecipato proprio il solo Stelitano. “Il fatto che mancassero tutti vuol dire che quella maggioranza è stata fatta in modo che la gente non potesse partecipare”, ha rincarato ancora Zangani. Poi il voto: sette sì (Sisti, Capetta, Battistini per la maggioranza; Lazzoni, Ratti, Ponzanelli, Monticelli, Serarcaneli per l’opposizione) e i due astenuti di una tribolata maggioranza.

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