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"nostalgici"

‘Mattarella traditore’, da sinistra: "Iacopi si dimetta. Sindaco intervenga"

Il post del capogruppo leghista a Sarzana fa discutere: "Villipendio al Capo dello Stato".

Iacopi (al centro) con un militante (a sinistra) e il segretario provinciale Zanicotti

Il post su ‘Mattarella traditore della patria’ diffuso ieri – e cancellato dopo qualche ora – da Emilio Iacopi, capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Sarzana, professiona carabiniere, ha scatenato una prevedibile serie di reazioni. “Chissà cosa ne pensa la Senatrice Pucciarelli – si è chiesto Jacopo Ricciardi, membro del regionale di Rifondazione -. Non faccio l’avvocato ma a occhio e croce ci sta una bella denuncia per vilipendio al Capo dello Stato e sempre a occhio e croce un Carabiniere che dichiara certe cose andrebbe quantomeno sospeso dal servizio”. Medesimo rilievo quello fatto da Andrea Fantini, capogruppo di Italia in Comune a Luni, che ha aggiunto: “Da un punto di vista puramente politico invito, nuovamente, il capogruppo leghista, parte integrante della maggioranza sarzanese, a dimettersi. E’ grandemente inadeguato al ruolo”.

L’ex assessore di Sarzana Massimo Baudone, Pd, ha tuonato: “Chi offende il presidente della Repubblica offende tutti gli italiani”. Un’articolata critica arriva poi da una nota diffusa da Paolo Bufano, esponente Pd sarzanese. “L’incredibile uscita del consigliere leghista Iacopi – ha scritto l’ex segretario del Partito popolare -, carabiniere con l’hobby della politica truculenta (e prototipo dell’attivista salviniano), che ha pubblicamente apostrofato il Presidente della Repubblica Mattarella come “traditore della patria”, meriterebbe una sacrosanta – questa si – denuncia penale per vilipendio, giacché Mattarella – autorevole esponente dell’autentica tradizione popolare – ha pacificamente esercitato in queste ore, con equilibrio e senza alternative, le sue prerogative costituzionali (neppure l’ex sedicente ‘capitano’, nell’ennesimo selfie dalla terrazza del Viminale, aveva trovato da ridire al riguardo, forse ancora inebetito dagli effetti autolesionistici della sua ingordigia politica). Quel che è certo è che sarebbero state doverose una censura e una ferma presa di distanza dalle massime autorità cittadine, la Sindaca Ponzanelli e il presidente del consiglio comunale Rampi. Ma evidentemente la solidarietà fra sovranisti nostalgici, neosovranisti totiani di rincalzo e Lega è troppo salda per consentire a chi di dovere di esercitare i propri compiti di correzione anche delle più aberranti e becere ‘sgrammaticature’ istituzionali dei consiglieri comunali leghisti. Come volevasi dimostrare”.

“Sindaco, lei non si vergogna almeno quanto me? Mi auguro che il suo continuo e assordante silenzio, venga interrotto da una decisa e doverosa presa di posizione”, scrive infine Beatrice Casini, consigliere comunale Pd ed ex assessore.