Sarzana - Val di Magra - Un'indagine durata due anni e un sequestro di merce griffata, rubata, del valore complessivo di tre milioni di euro. E poi, ancora, quattordici persone denunciate per furto, ricettazione ed evasione. Cala così il sipario sull'articolata indagine denominata Take away condotta dalla Polizia Giudiziaria della sottosezione Polizia stradale di Brugnato e della Polizia di Frontiera della Spezia, coordinate dalla locale Procura della Repubblica.
"L’indagine si è rivelata particolarmente difficoltosa - si legge in una nota della questura -, perché gli autori materiali dei furti, sempre a gruppi di sei persone, agivano solo in ore notturne, a volto travisato per non essere identificati attraverso le varie telecamere di sorveglianza e indossavano guanti per non lasciare impronte digitali. I complici poi giungevano sulle scene del crimine a bordo di un camper di colore bianco".
A mettere i poliziotti sulla strada giusta un particolare episodio avvenuto nel giugno 2018. In quella circostanza venne rubato di un Tir nella zona industriale di Arcola. Una pattuglia della Polstrada di Brugnato intercettò in autostrada, in direzione Livorno, un camper bianco che non si fermò all’alt degli agenti. Il mezzo venne bloccato a Luni Mare, dopo un rocambolesco inseguimento a forte velocità, con vari tentativi di speronamento della pattuglia.
In quell’occasione il conducente del camper, un 39enne italiano di origine bosniaca pluripregiudicato, residente nel pisano, venne arrestato. Altre cinque persone, anch’esse originarie della zona dei Balcani, scapparono dandosi alla fuga a piedi nelle campagne adiacenti e successivamente, come poi accertato, a bordo di un’autovettura rubata. Gli stessi, pluripregiudicati come il complice, vennero poi identificati e denunciati.
All’interno del camper gli agenti trovarono una serie di strumenti da scasso e altro materiale che confermava il coinvolgimento dell’arrestato e dei fuggitivi nel furto del mezzo pesante, ad Arcola, e in quelli precedentemente portati a segno in provincia della Spezia con analogo modus operandi nella zona retroportuale.
Dalla mirata attività di indagine gli investigatori della Polmare e della Stradale individuavano responsabilità anche nei confronti di due italiani incensurati, proprietari del capannone industriale ubicato a San Miniato, e di tre cittadini di nazionalità cinese, pluripregiudicati, locatari dello stesso e destinatari finali della refurtiva, proveniente dalle province della Spezia, Livorno e Firenze. E proprio in quest’ultima provincia uno dei tre cittadini cinesi doveva trovarsi agli arresti domiciliari, dai quali era invece evaso proprio per partecipare ai furti.