Sarzana - Val di Magra - "Quello a cui stiamo tristemente assistendo è inaccettabile. A un giorno dall’infortunio mortale occorso in cava costato la vita a un lavoratore nostro concittadino, oggi ci troviamo a piangere un altro morto a seguito di un incidente avvenuto in un laboratorio di marmo a Luni. Un operaio di 36 anni che non tornerà a casa dalla sua famiglia a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Lo diciamo con fermezza e con rabbia: questa strage va fermata». Cgil, Cisl e Uil commentano così la tragica notizia della morte di un giovane operaio di Montignoso travolto da un silo all’interno di una segheria di Luni.
"A poco servono gli appelli, i richiami, le normative scritte su fogli di carta bianca se non si riscopre il valore sociale del lavoro, è tempo di dire basta – proseguono i sindacati – il mondo del lavoro è stanco delle parole di circostanza che seguono regolarmente il giorno dopo il fatto, la sicurezza nei luoghi di lavoro deve trovare dignità culturale e spazio nelle priorità dell’agire politico. E per fermare questa strage silenziosa c’è bisogno di un impegno costante e quotidiano, uscendo dalla dimensione di emergenza legata ai fatti luttuosi ed eclatanti: investire in sicurezza è un atto di civiltà per riaffermare il diritto al lavoro sicuro, al lavoro dignitoso che dia a ciascuno di noi la garanzia di tornarsene a casa intero ed integro nel fisico e nello spirito".
"Rivolgiamo un appello al prefetto, che subito si è dimostrato sensibile a questo tema al momento del suo insediamento, affinché convochi un tavolo urgente sulla sicurezza nel territorio che veda coinvolte le istituzioni e le parti sociali. Lo diciamo con nettezza serve mettere al centro la persona e non il profitto, bisogna considerare la sicurezza un valore verso cui tendere con opportuni investimenti in mezzi e formazione, purtroppo però ci scontriamo con una realtà che il più delle volte vede la sicurezza come un costo e come tale, da ridurre il più possibile a scapito della vita umana. Serve davvero fermarci tutti, è un atto di civiltà. Stamani – concludono – nonostante lo sciopero indetto dai cavatori c’erano diversi camion di trasporto che circolavano, così come oggi con ancora l’ambulanza in moto sul luogo dell’incidente continuavano a girare i telai".