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Attualità

Una giornata per il seminario

di Don Franco Pagano, rettore del seminario

Rosario

Leggendo nei giorni scorsi una biografia del novello beato Carlo Acutis, sono rimasto colpito, tra le tante cose, anche da una testimonianza offerta dal suo Padre spirituale, che riferiva come Carlo gli avesse confidato che per lui i sacerdoti erano come “le mani tese di Cristo” e che perciò essi lo dovevano “testimoniare con entusiasmo”, divenendo dei “modelli luminosi” per le comunità. Ho più volte pensato a quelle parole, e mi piace ricordarle nella settimana in cui nelle nostre parrocchie, pur con i limiti che questo momento storico impone, ci apprestiamo a celebrare la Giornata del Seminario, tradizionalmente legata in diocesi alla festa di Cristo Re, titolare della chiesa cattedrale. Le ho pensate perché mi sono risuonate come parole calde e positive, come segno di speranza per le nostre Chiese, che vivono la difficoltà del numero insufficiente di vocazioni e dunque sono spesso tentate dal pessimismo. Quel giovane adolescente, riconoscendo nell’Eucaristia il dono per eccellenza lasciatoci da Gesù, non mancava di stupirsi ogni volta che vedeva un sacerdote celebrare devotamente, “mettendo il proprio cuore in ciò che stava compiendo”, e così da quel momento intenso e lieto sapeva trarre la forza per diffondere attorno a sé la gioia di essere cristiano, allontanando qualsiasi tentazione di sfiducia. Mi piacerebbe che in questa Giornata del Seminario nelle nostre comunità si potesse ripetere un’esperienza analoga, capace di tradursi poi in preghiera accorata per chiedere davvero al Padrone della messe che non ci faccia mai mancare gli apostoli della gioia. Mi piacerebbe che potessimo tutti ritrovarci nelle nostre parrocchie a gioire del dono dell’Eucaristia, chiedendo che quel dono possa essere vissuto e testimoniato da tutti con passione. Mi piacerebbe che i nostri quattro seminaristi, Samuele, Enrico, Giacomo e Lorenzo, potessero sentire il calore di una Chiesa diocesana che guarda loro con fiducia e con speranza, così come il giovane Carlo, ora beato, guardava commosso a coloro che si apprestavano a divenire ministri dell’altare. E mi piacerebbe che tutto questo accadesse non solo nella Giornata Pro Seminario ma sempre. Auguro quindi a tutte le comunità che quella di domenica prossima sia una bella e vera giornata del Seminario.

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