LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Progetto da un milione

Migranti: Arcola, Castelnuovo e Luni pronti per lo Sprar

I tre Comuni della Val di Magra faranno domanda per accendere ai fondi finalizzati all'accoglienza dei rifugiati. Un modo per fare integrazione e per scongiurare l'apertura dei Cas.

Migranti al lavoro per la pulizia del borgo

Ieri sera i consigli comunali di Arcola e Luni hanno approvato l’atto di indirizzo con cui si da mandato alle amministrazioni comunali di fare domanda al Ministero dell’Interno per accedere ai fondi finalizzati all’allestimento di uno Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo a rifugiati) nei territori di Arcola e Luni, appunto, e di Castelnuovo Magra, dove la pratica sarà votata – e a meno di sorprese approvata – in consiglio domani, giovedì 20 settembre. Il progetto per il quale i tre Comuni a guida centrosinistra vorrebbero ricevere i fondi – domanda da fare entro il 30 settembre – ha durata triennale (2019-2021) e valore di un milione di euro, somma interamente in capo al Ministero, eccezion fatta per un 5 per cento che spetta ai Comuni, da corrispondere in beni (come gli immobili destinati all’accoglienza) e servizi. Lo scenario è già chiaro anche per quel che riguarda i numeri dei migranti: ventuno, otto per parte tra Castelnuovo (che è capofila del progetto) e Luni, cinque per Arcola. Luni indicherà la preferenza per otto rifugiati di sesso femminile. Chi sono i migranti ospiti degli Sprar? Come spiegano i sindaci dei tre Comuni, “non si tratta infatti di persone appena arrivate in Italia, ma di individui ai quali, al termine di regolare percorso, è stato riconosciuto o lo status di rifugiato politico o la protezione umanitaria”.

“Con lo Sprar – ha sottolineato ieri sera in consiglio il sindaco di Arcola Emiliana Orlandi, esponente del Partito democratico – l’immigrazione non la si subisce, ma la si sceglie. Lo Sprar consente di praticare un percorso di integrazione in maniera puntuale, che tocca naturalmente anche il tasto della formazione, garantendo ai rifugiati prospettive di vita migliori”. Un progetto che ha convinto, dai banchi dell’opposizione, Rifondazione comunista, strappandone il voto favorevole. “Per quanto riguarda la formazione, giusto che riguardi sia i rifugiati, sia gli arcolani, senza distinzione”, ha osservato il capogruppo Prc Salvatore Romeo. Sempre per la minoranza, si è astenuto Giuseppe Zubelli del Mistro, mentre hanno votato contro i tre consiglieri del centrodestra (Massi, Righi e Santini).

A Luni il sì è arrivato, oltre che dalla maggioranza, anche dalle opposizioni di sinistra, cioè da Giovanni Pampana (La vostra voce) e Andrea Fantini (Ortonovo in Movimento), con quest’ultimo che sottolinea come “fossimo gli unici ad avere lo Sprar nel programma elettorale”. Astensione da parte di Donatella Fini (centrodestra) e Paolo Andreani (Movimento cinque stelle). “Lo Sprar – spiega a CdS il sindaco Pd Alessandro Silvestri – consente di aiutare chi senza alcun dubbio ha davvero bisogno, proponendogli un percorso di integrazione e formazione. Noi vogliamo fare la nostra parte, seguendo la logica di un’accoglienza oculata diversa da un solidarismo peloso. Chi viene in Italia in cerca di fortuna o, peggio, perché nel suo paese ha dei conti in sospeso, deve essere rimpatriato. Discorso diverso, appunto, per chi è passato dalla commissione ottenendo lo status di rifugiato”.

Per il sindaco di Castelnuovo Daniele Montebello, anche lui esponente Dem, lo Sprar “è un modo serio di fare accoglienza e parlando di numeri piccoli sarà più facile gestire l’intera situazione. Da sottolineare anche come lo Sprar sia una realtà riconducibile al Comune, all’amministrazione pubblica, diversamente dai Cas, centri di accoglienza straordinaria. Ci sarà quindi maggior possibilità di controllo”.

Ed è proprio legata ai Cas una delle ragioni – non l’unica, chiaramente – per le quali le tre amministrazioni hanno guardato allo Sprar: chi sviluppa un sistema del genere nel proprio territorio, infatti, si mette al ‘riparo’ dall’installazione di Cas – o di altri Cas, nel caso già ne abbia – entro i propri confini comunali. Ci si guadagna, insomma, una sorta di forma di tutela (tecnicamente detta clausola di salvaguardia) nel momento in cui lo Stato va a distribuire i migranti: in altre parole, meglio uno Sprar oggi, con rifugiati da tempo sul territorio, che dei Cas calati dall’alto domani, ospitanti giovani freschi di sbarco. Attualmente Castelnuovo e Luni non hanno Cas, mentre Arcola ne ha alcuni, per un totale di 38 migranti ospitati.

Più informazioni